CONVEGNO: “IL RIORDINO DELLE CURE PRIMARIE”

Il Sindacato Medici Italiani ha presentato il suo progetto per un riordino definitivo delle cure primarie indicando  la strada per una medicina del territorio rivolta  alla persona,  con pari dignità per tutti i medici che ad essa afferiscono grazie al ruolo unico, da anni cavallo di battaglia dello SMI e finalmente recepito anche dalle altre OO.SS. e dallo stesso  decreto Balduzzi, anche se ad oggi non è chiaro come questo dovrebbe svilupparsi.
È stato sottolineato che «le normative e gli accordi in via di prossima definizione  non potranno non tenere conto di quanto sia variegato il territorio nazionale dove la densità di popolazione correlata all’orografia esigerà l’erogazione di servizi sociosanitari  flessibili se si vorranno salvaguardare le caratteristiche della medicina generale ovvero capillarità , accessibilità e stretto rapporto fiduciario medico paziente».
Bruno Agnetti ha presentato una proposta  per il nuovo Accordo Nazionale di MG, indicando la strada per «un associazionismo moderato e non esasperato,  rispettoso del rapporto fiduciario col paziente, per una corretta applicazione della medicina d’iniziativa nella cronicità, orientato alla gestione di processi assistenziali e alla continuità delle cure, volta a presidiare l’efficacia e i risultati».   
Enzo Picciolo, Responsabile regionale dell’EST,  ha inquadrato il ruolo del Medico dell’Emergenza Territoriale nell’ambito delle cure primarie, delle criticità del Sistema Emergenza-Urgenza legate spesso al mancato rispetto dei ruoli o all’inesistenza di protocolli gestionali «in un sistema in cui troppe componenti interferiscono in maniera autonoma, ma ha anche indicato le prospettive  di una progressione di carriera per i medici dell’Emergenza, dei processi occupazionali per i medici post-94 e per una stabilizzazione definitiva del sistema». 
Pina Onotri, responsabile nazionale per la Continuità Assistenziale, ha ribadito con forza «il ruolo del medico di Continuità Assistenziale e della sua autonomia nel contesto delle cure primarie, dell’importanza che potrebbe assumere nell’ambito dei servizi distrettuali finalizzato all’assistenza della persona, ad una maggiore integrazione dello stesso nell’ambito delle cure primarie anche attraverso la conquista del ruolo unico e, soprattutto, del tempo pieno, rafforzando, altresì, le tutele (maternità e malattie) e le garanzie occupazionali».
Infine  Emanuele Cosentino, responsabile regionale della Continuità Assistenziale, ha evidenziato luci ed ombre della legge 5  di riordino del S.S.R., riconoscendo alla Sicilia una posizione all’avanguardia sull’ampliata l’offerta assistenziale proprio sul territorio      
Il recente Accordo Regionale della Specialistica Ambulatoriale Interna è fondamentale per fortificare il territorio, ma soffre  molto delle carenti qualità delle strutture e dei servizi diagnostici di 1° livello offerti al cittadino. Strutture e mezzi qualificanti anche per gli stessi medici di Continuità Assistenziale e  di Assistenza Primaria.    
La tavola rotonda seguente, moderata da Salvo Calì, Segretario Nazionale dello SMI, ha visto la partecipazione della Dott.ssa Amicone, funzionario del Ministero alla Salute, del Dott. Simone Cuccia, vice-coordinatore della SISAC, della Dott. Lucia Borsellino e del Dott. Francesco La Placa, funzionari dell’Assessorato regionale alla Salute,  ed  ha affrontato le criticità del sistema “Cure Primarie”.    
Durante la tavola rotonda la Dott.ssa Amicone – funzionario del Ministero alla Salute – ha sottolineato «le difficoltà di gestione della sanità a causa delle ristrettezze economiche imposte dal Ministero dell’Economia e  Finanze per la spending review e  in cui si dibattono le Regioni che conseguentemente  non possono essere supportate a livello centrale;  per tale motivo, non appare possibile prevedere in tempi brevi una prospettiva di dipendenza per i Medici dell’Emergenza Sanitaria Territoriale e investimenti importanti sulle Cure Primarie». 
 

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