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COMMISSIONE D’INDAGINE SULL’EMAIA: L’OPPOSIZIONE SI SCAGLIA CONTRO CANNIZZO
24 Feb 2015 09:03
“Siamo costernati dalle falsità raccontate dal Segretario del Pd circa la commissione d’indagine sull’Emaia. Affermare che l’istituzione della detta commissione è un escamotage dell’opposizione per lucrare il gettone di presenza, rappresenta un atto meschino e denigratorio che dimostra tutta l’inadeguatezza di Cannizzo al ruolo che ricopre, cioè quello di Amministratore pubblico”.
Ad affermarlo i Consiglieri Giovanni Moscato, Andrea Nicosia, Daniele Barrano, Santo Cirica, Franco Caruso, Salvatore Sanzone, Andrea La Rosa, i quali continuano aggiungendo che “Cannizzo mente sapendo di mentire, dando prova così della sua mediocrità politica. Tutte le opposizioni, e anche il “II circolo del Pd”, durante la seduta consiliare del 19 Febbraio hanno dichiarato la volontà di istituire la commissione, in maniera del tutto gratuita e senza alcun gettone, e tutto questo alla presenza dello stesso Cannizzo. Inoltre l’opposizione ha presentato apposito emendamento che prevede, appunto, che i componenti della Commissione non percepiranno alcun gettone di presenza.
La malafede di Cannizzo è evidente anche perché lui stesso dichiara che dell’indagine possa occuparsene la commissione trasparenza, affari generali o bilancio, cioè le commissioni permanenti che non solo non hanno poteri d’indagine ma per le quali, tra l’altro, è previsto il gettone di presenza”.
“La vera e unica realtà” – continuano i consiglieri – “è che Cannizzo e quella parte del PD, da lui rappresentata, non vuole in nessun modo, che il Consiglio possa individuare responsabilità nella gestione dell’Emaia. Di cosa ha paura il Pd se l’Emaia è stata amministrata con la diligenza del buon padre di famiglia? Perché il Pd non vuole che la Città conosca i motivi per cui l’Emaia oggi presenta un bilancio in perdita con svariati milioni di euro di debiti nei confronti di banche, fornitori e lavoratori? Perché il Pd non vuole che la Città conosca della gestione disastrosa degli ultimi 10 anni dell’Emaia che ha costretto il Sindaco al commissariamento dell’ente? I numeri sono impetuosi e non ammettono libera interpretazione”.
“Proprio la scelta di commissariare l’Emaia” – spiegano – “è l’ammissione del fallimento della politica del Sindaco e del Pd, perché non può certo dimenticarsi che il CDA viene nominato dal Sindaco e che in tutti questi anni alla guida dell’EMAIA vi sono stati importanti dirigenti del Partito Democratico, come l’attuale Presidente del Consiglio, Salvatore Di Falco, l’attuale esperto del Sindaco, Angelo Fraschilla, il Segretario provinciale del Pd, Giovanni Denaro, l’attuale Presidente de “I SOCI” (l’associazione sportiva per tanti anni presieduta dal fratello del Sindaco) Paolo Sbezzo. Abbiamo chiesto l’istituzione di una commissione d’indagine sull’Emaia perché vogliamo vederci chiaro, non è più possibile pensare che chi ha amministrato l’Ente in maniera così dissennata non si assuma le responsabilità dovute”.
“Vedremo” – concludono Moscato, Nicosia, Barrano, Cirica, Caruso, Sanzone e La Rosa – “se il Pd rappresentato da Cannizzo, avrà il coraggio di approvare l’istituzione della commissione di indagine o invece farà finta di nulla pur di salvaguardare e coprire le magagne del Pd e dei suoi dirigenti. La Città ha il diritto di conoscere. È inutile che Cannizzo porti avanti il vessillo della trasparenza e legalità della Giunta Nicosia, ormai non sono credibili. Di quale legalità parla Cannizzo, di quella con la quale sono stati affidati incarichi a familiari di Assessori? Un segretario di partito politicamente serio non avrebbe acconsentito alla nomina, da parte del Sindaco, di un esperto, responsabile dello sfacelo dell’Emaia. In effetti non ci aspettavamo tali autorevoli riflessioni, né ravvedimenti in ordine all’opportunità di alcune scelte, ciò in quanto è lo stesso segretario nonché Assessore del Pd ai servizi sociali a non avere mai sentito il dovere di evitare che la cooperativa dei propri familiari partecipasse all’assegnazione dei servizi sociali. Sarebbe stata una questione di correttezza, ma a quanto pare l’Assessore Cannizzo non ha mai sentito il dovere di evitare di far sorgere sospetti ed ombre in ordine alla propria posizione di controllato (come marito dell’amministratrice della cooperativa partecipante) e controllore (come esperto e assessore al ramo). Ricordiamo a Cannizzo che gli amministratori hanno il dovere di servire la Città e non di servirsi della Città. Ma è in grado di capire la differenza? I vittoriesi lo hanno già capito”.
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