COLPA DELLE STELLE DI JOHN GREEN

Il libro “Colpa delle stelle” è il sesto romanzo scritto dall’autore John Green e pubblicato nel gennaio 2012. E’ la storia di una sedicenne, Hazel Grace, che è costretta dai genitori a frequentare un gruppo di supporto per sopravvissuti al cancro. Tre anni prima le era stato, infatti, diagnosticato un cancro alla tiroide al quarto stadio con metastasi polmonari, ma la ragazza era riuscita a sopravvivere  grazie all’assunzione di un farmaco sperimentale. Al gruppo di supporto incontra Augustus “Gus” Waters, un diciassettenne ex giocatore di basket, a cui è stata amputata una gamba a causa di un osteosarcoma. Hazel convince Augustus a leggere “Un’imperiale afflizione”, il suo libro preferito e lui ne diventa ossessionato quasi quanto lei. Così, tra messaggi e telefonate, Hazel e Gus incominciano a passare sempre più tempo insieme. La loro relazione diventa sempre più profonda. Gus  vuole utilizzare il desiderio della ragazza per volare con lei fino ad Amsterdam, dove incontrerà  Hazel Peter Van Houten, l’autore di “Un’imperiale afflizione”. Anche se entusiasta dalla proposta, Hazel decide di non voler più continuare la sua relazione con Gus, cosicché possa minimizzare il dolore che la sua eventuale morte potrebbe causare ad Augustus. Hazel si rende conto, infatti, di essere come una granata che presto, con la sua esplosione, ferirà gravemente tutti coloro che la amano e le stanno vicini e rivela la sua paura ai genitori con un discorso straziante. Hazel si sveglia in completa agonia e viene ricoverata in ospedale con una grave polmonite. Durante la settimana di convalescenza, Gus le fa visita svariate volte e la informa di tenere a lei più di quanto si possa preoccupare del dolore che lei potrebbe causargli. Dopo essere stata dimessa, Hazel capisce di essere innamorata di Gus e, dopo alcune consultazioni con i suoi dottori, le viene permesso di andare ad Amsterdam con sua madre e Gus per poter incontrare Van Houten. La prima notte ad Amsterdam viene loro offerta un’ottima cena da Van Houten in persona. Purtroppo l’incontro con l’autore non va liscio come la cena del giorno prima: i ragazzi scoprono che Lidewij, l’assistente di Van Houten, ha organizzato tutto senza informare lo scrittore perché sperava che la visita di alcuni fans così appassionati potesse incitarlo ad abbandonare l’alcol e a rimettersi a scrivere. Van Houten si dimostra invece sprezzante  con i ragazzi e si rifiuta di rispondere alle loro domande. Sconvolti dall’incontro, Hazel e Augustus lasciano la casa e, accompagnati dall’assistente dell’autore, visitano la casa di Anna Frank, dove si scambiano il loro primo bacio tra gli applausi degli altri turisti. Qualche tempo dopo, Gus rivela ad Hazel che il suo cancro è tornato e questa volta ha creato metastasi in più parti del suo corpo. Nonostante, una volta a casa, Gus incominci un’aggressiva terapia, nessuno si aspetta che sopravviva a lungo.  Dopo la morte del ragazzo, Hazel incontra Van Houten, che le rivela che, svariati anni prima, aveva avuto una figlia morta poi di cancro. L’autore si era poi ispirato a questa sua esperienza tragica per la protagonista del romanzo e spiega che la sua scontrosità durante il primo incontro ad Amsterdam era stata dovuta in parte al fatto che Hazel assomigliasse ad Anna stessa. Hazel lo incoraggia ad abbandonare l’alcol e a scrivere un seguito di “Un’imperiale afflizione”.

  Il libro termina con una frase che Augustus  dice allo scrittore ”Non puoi scegliere di essere ferito in questo mondo, ma hai qualche possibilità di scegliere da chi farti ferire”.

La vicenda narrata nel libro è  sicuramente drammatica, ma fa meditare su quanto la vita sia effimera, su quanto l’oblio assomigli ad un’onda che cancella le orme sulla battigia, al punto che trattenere le lacrime è stato impossibile.

 E’ difficile trovare dignità e coraggio nel morire, ma è possibile solo dopo aver superato certi ostacoli all’apparenza insopportabili, perché come dice l’autore in una delle frasi più significative del libro: “ Questo è il problema del dolore, esige di essere vissuto”.

 

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