CINQUE BUONI MOTIVI PER CUI BOCCIARE LA ROTATORIA DI PIAZZA LIBERTA’. PAROLA DI STEFANIA CAMPO, EX ASSESSORE M5S

La rotatoria che l’amministrazione comunale intende realizzare su piazza Libertà è da bocciare per almeno 5 motivi. Lo spiega l’ex assessore comunale Stefania Campo, architetto e ideatrice del progetto di riqualificazione della piazza, realizzato dalla precedente amministrazione Dipasquale ma messo in stand by dall’attuale governo cittadino. E se mai si dovrà riprendere, si dovrà smantellare la nuova rotatoria che costa 80 mila euro. La Campo, che tiene a precisare di sostenere l’amministrazione Piccitto “perché ha fatto tanto bene alla città”, sulla specifica questione della rotatoria non si trova per nulla d’accordo. E condividendo anche il documento dell’Ordine degli architetti, quantomeno sotto l’aspetto urbanistico e non politico, la Campo esprime il suo punto di vista. “Credo che questo progetto della nuova rotatoria non sia da portare avanti – commenta la Campo – La piazza ha dei problemi da risolvere che sono di natura storica, architettonica, urbanistica, funzionale e in ultimo, anche la questione viabilità. Invece l’idea di creare questa nuova rotatoria è una soluzione riduttiva e abbastanza semplicistica che tralascia tutti gli altri aspetti”. E senza voler far polemica, l’ex assessore, nella qualità di professionista, spiega tutte le varie problematiche. “Dal punto di vista storico si pone il confronto con La Padula e Fichera, i precedenti progettisti che hanno reso questa piazza una tra le più importanti in Italia ed Europa per lo stile architettonico. C’è dunque una relazione con una preesistenza storica che ha il suo peso e non si può ignorare. Dal punto di vista architettonico la piazza è un unicum e dunque non va divisa in due parti. Non può esserci il trapezio e il semicerchio con una rotatoria che sembra dividerli. Quella piazza è stata ideata come un anfiteatro, un unico spazio”. Ma ci sono anche altre motivazioni per le quali la rotatoria non va fatta. “C’è anche l’aspetto urbanistico visto che siamo lungo l’asse della rotonda Maria Occhipinti, via Roma, ponte Nuovo e viale Tenente Lena e dunque la rotatoria interromperebbe questo asse principale urbano e lo farebbe anche visivamente. Sotto l’aspetto funzionale, infine, la piazza si presta a grandi eventi, è la più grande e centrale della città e va, appunto, utilizzata nella sua ottica di anfiteatro a cielo aperto, per concerti, manifestazioni, incontri. La rotatoria non va fatta perché snaturerebbe la piazza stessa”. E i problemi di viabilità e di “grande traffico” a cui si appella l’amministrazione comunale? “A parte che non mi sembra che ci sia questo enorme problema di traffico, sicuramente la viabilità va meglio affrontata. Io credo che non si possa interdire il traffico visto che è una piazza che collega quattro parti importanti della città come il vecchio quartiere littorio, l’area storica di piazza Cappuccini, l’espansione degli anni ’60 su viale del Fante e il centro storico superiore, ma sicuramente è possibile immaginare e progettare soluzioni alternative”. Lei è la progettista della riqualificazione voluta dall’amministrazione Dipasquale. Il progetto è stato riposto nel cassetto, ma era prevista la chiusura al traffico? “Va detto che quando mi sono insediata da assessore mi sono dimessa da progettista. Dunque qualora quel progetto si dovesse riprendere si dovrebbe procedere alla nomina di un progettista o magari pensare ad un bando concorso nel rispetto dell’importanza della piazza. Quel progetto era allo stadio iniziale e non cantierabile. Ma l’idea di fondo prevedeva la valorizzazione degli spazi ma non la chiusura pedonale. C’erano dei dissuasori a scomparsa che senza alcun innalzamento di quote avrebbero permesso di indicare i percorsi viabilistici e quelli pedonali, mentre in occasione dei grandi eventi tutta l’area diventava pedonale. Inoltre si possono aggiungere anche elementi di arredo urbano, fontane, illuminazione che valorizzi i palazzi, elementi per creare zone d’ombra e trasformare questa piazza in un vero e proprio luogo di aggregazione”.
fonte La Sicilia – Michele Barbagallo 

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