CERIMONIA DI CHIUSURA DELLA MOSTRA “NAUFRAGI” AL MUSEO REGIONALE DI CAMARINA

Si è chiusa il 10 settembre la mostra “Naufragi” che nel corso di quest’anno ha prodotto un notevole incremento del numero di visitatori di circa il 10/15% al museo regionale di Camarina, oltre l’iscrizione dello stesso museo nel registro delle eccellenze italiane. Il direttore del museo, il prof. Giovanni Distefano, riporta ai presenti i saluti di Jan Jacobsen (assente per problemi di famiglia), ringrazia l’Archeoclub di Ragusa, con il suo presidente Enzo Piazzese, i numerosi sponsor privati e pubblici, le associazioni culturali che hanno permesso la realizzazione della mostra. Durante la presenza del sarcofago, la mostra è stata coadiuvata dalle scuole attraverso il progetto “Scuola – Museo”, (circa 37 classi, insieme all’equipe didattica, e agli insegnanti, hanno partecipato attivamente alla vita del museo, realizzando schede e disegni). In questa esposizione scientifica si raccontano e si intrecciano storie anonime di uomini e cose che viaggiavano sulle rotte del Mediterraneo fra la fine del terzo e gli inizi del quarto secolo d.C. Anfore per il trasporto di derrate, ceramiche da mensa, oggetti della vita quotidiana dei marinai a bordo si coniugano con le immagini realistiche riproposte nel sarcofago di Copenaghen, di un uomo caduto in mare. Un solo motivo per cui davvero valeva la pena di fare questa mostra- dice Distefano- è la visita di un bambino autistico che, appena è arrivato davanti al sarcofago ha iniziato a parlare, emozionato alla vista del bassorilievo. L’esposizione degli oggetti (precedentemente dispersi nei magazzini), rinvenuti nei relitti, e la scena figurata relativa ai momenti tragici del naufragio, ci permettono di ipotizzare le modalità del trasporto delle merci, i generi di prodotti commercializzati e le rotte che venivano intraprese nel III° sec. d.C. Il relitto rinvenuto a Randello, è quello di un’imbarcazione che trasportava verso il 330 d. C., all’interno di anfore, (tipo Almagro 50) fabbricate nell’odierno Portogallo, pesce salato. Invece il relitto in località Femmina Morta, del IV sec. d.C. trasportava un carico di anfore proveniente dal Nord Africa con olio e garum (anfore di tipo Africano II D, Africano II B, Africano II C), ma anche anfore della penisola spagnola (Dressel 23 e Almagro 51). Il sarcofago della Glyptotek di Copenaghen IN 1299, in marmo bianco con tracce di colore originario, presenta sulla fronte una scena, in bassorilievo, con tre navi in un porto e un personaggio caduto in mare. Un’opera d’arte unica per quel periodo, con una disposizione paratattica della scena, tipico del III° sec. d.C. Alle due estremità si scorgono un faro e una villa-marittima con dei personaggi. Sui lati corti del sarcofago sono incisi scudi, lance e doppie asce. Forse la scena di naufragio raffigurata nel sarcofago si riferisce al suo proprietario, cioè alla persona che vi fu inumata. Questo personaggio, forse un mercante o un armatore, può essere stato o l’uomo in mare o colui che assiste al salvataggio. Le navi raffigurate nella scena che decora il sarcofago sono delle imbarcazioni da carico (corbitae) di cui si intravedono la poppa, la prora, il timone, le vele e le cabine. L’imbarcazione di sinistra traina una piccola scialuppa e vicino alla nave al centro della scena c’è un uomo in mare. Tutte le imbarcazioni sono governate da tre personaggi nudi. Probabilmente queste navi trasportavano le merci per il servizio dell’annona ed erano arrivate a Portus (Ostia) a cui si potrebbe riferire il faro a gradoni. Il sarcofago si data al III° sec. d. C., durante il periodo della tetrarchia voluta da Diocleziano che divise l’impero in due prevedendo due Augusti e due Cesari. Ogni bassorilievo è curato nel minimo dettaglio, e l’osservatore si sente proiettato all’interno del dinamismo della scena.

Enzo Piazzese, ringraziando tutti i soci dell’Archeoclub, e coloro che hanno aderito alla pubblicizzazione dell’evento, ricorda di quanto sia importante frequentare i musei, soprattutto per apprendere la cultura, e far conoscere il nostro territorio. Conclude il direttore del museo, il Prof. Distefano, annunciando l’oggetto della prossima mostra didattica, “I Longobardi” che si terrà il 18 settembre; il materiale sui naufragi, invece, verrà spostato all’ingresso, ampliando così il padiglione dell’archeologia subaquea.

 

Camarina dunque, ancora una volta, non si mostra come un museo contenitore di oggetti statici, ma dinamicamente luogo di cultura di alto livello, in cui si fa arte a 360°, persino e soprattutto internazionale!

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