Centri impiego: nel limbo ragusani vincitori di concorso, ma non assunti

“Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso” recita l’articolo 97 della nostra Costituzione.

La vicenda

Può anche accadere che uno il concorso lo superi, ma poi non riesca ad accedere al posto desiderato. È quanto sta succedendo ai 487 vincitori del concorso per il potenziamento dei Centri per l’impiego della Regione siciliana, categoria C, a tempo pieno e indeterminato. Fra questi, circa una decina di persone è ragusana.
La procedura concorsuale rientra in una più vasta strategia nazionale volta allo sviluppo di nuove misure di politica attiva  rientranti tra gli obiettivi del Pnrr, al raggiungimento dei quali la Regione Siciliana è chiamata a partecipare in quota parte.
Nelle scorse settimane è emerso che la mancata assunzione sarebbe soprattutto legata all’insufficiente numero di dipendenti che devono espletare le relative procedure amministrative. È l’ennesima matassa in cui la macchina amministrativa regionale aggroviglia se stessa per coinvolgere le aspettative di chi ha meritato un posto di lavoro tanto agognato.
Si scopre che il vero problema riguarda la parità di valutazione tra le lauree a ciclo unico e le lauree cosiddette 3+2. Intanto se l’amministrazione regionale non provvederà alle assunzioni entro il 30 aprile, le procedure si dovranno bloccare per non si sa quanti altri mesi, in attesa dell’approvazione dei documenti contabili del 2022. 

La diffida

Negli ultimi giorni si sono susseguiti interventi e mozioni di sollecito di deputati al governo regionale per definire le assunzioni, senza che venga trovata una soluzione.
I nomi dei vincitori sono stati pubblicati tra ottobre e novembre scorsi sulla Gazzetta Ufficiale della Regione. L’assunzione sembrava questione di giorni. “E invece siamo ancora qui in attesa – dice a ragusaoggi.it uno dei ragusani vincitori del concorso che preferisce l’anonimato -. Con un gruppo di altri settanta vincitori, attraverso un legale stiamo preparando una diffida all’amministrazione regionale per adempiere alle assunzioni”.

Professionalità bloccate

Nel dettaglio, le 487 figure sono 176 nel ruolo di amministratore contabile e 311 per il ruolo di operatore del lavoro della categoria C. Le prime prove di selezione si sono svolte nel maggio dello scorso anno, nell’agosto successivo sono state svolte le prove selettive per i candidati che non vi avevano potuto partecipare a seguito di certificazione del Covid.

Ricorsi al Tar

Avverso le graduatorie finali sopra citate sono stati proposti ricorsi al Tar di Palermo nessuno dei quali, a quanto risulta, ha ottenuto la richiesta ordinanza di sospensione cautelare del procedimento, di conseguenza, nulla osta alla prosecuzione delle procedure di assunzione. Una circostanza che dovrebbe porre il dipartimento della Funzione Pubblica regionale nelle condizioni di poter procedere alle assunzioni, approfittando anche della finestra temporale utile  – l’apertura della quale è avvenuta il 28 febbraio – con l’approvazione da parte dell’Assemblea regionale siciliana dell’ultimo degli adempimenti in materia di contabilità pubblica, e che potrebbe chiudersi il 30 aprile, data di scadenza per l’approvazione del bilancio consuntivo relativo all’esercizio 2022.  

“Purtroppo la storia degli ultimi anni ci restituisce una media di ritardo per l’approvazione di tale documento contabile di circa 7 mesi – continua il nostro interlocutore -. Risulta evidente che qualora l’approvazione del bilancio consuntivo relativo all’esercizio 2022 dovesse posticiparsi oltre il mese di settembre 2023, diverrebbe necessaria l’approvazione di ulteriori documenti contabili, come la parifica della Corte dei Conti, approvazione bilancio consolidato e altro. Il ritardo, oltre a determinare un danno alle legittime aspettative dei vincitori, ci potrebbero ad adire davanti al giudice del lavoro al fine di vedere riconosciute e risarcite le nostre doglianze. Non solo. Tutto questo determinerebbe un danno incalcolabile alla funzionalità degli uffici del lavoro già oggi in grave affanno a discapito della qualità dei servizi offerti alla cittadinanza”.

Ritiro in autotutela della graduatoria?

Il dipartimento della Funzione pubblica pare voglia ritirare in autotutela le graduatorie al fine di ristabilire la parità di valutazione tra le lauree a ciclo unico e le lauree 3+2. Interpretato alla lettera, il bando di concorso attribuisce 1,5 punti per ogni laurea e 1 punto per ogni laurea magistrale; la piattaforma nella quale sono state caricate le domande consentiva l’inserimento di più titoli di studio e così sono stati attribuiti dalla commissione che li ha valutati. In un primo momento la Regione ha sostenuto che il bando ha valore di “lex specialis”, pertanto poteva attribuire il punteggio come riteneva opportuno. Adesso il Tar sembra si sia pronunciato, gravando la parte ricorrente di produrre le prove delle lagnanze, che la laurea a ciclo unico e la laurea 3+2 debbano vedersi attribuito il medesimo punteggio. Queste pronunce non sono ancora sentenze.

“C’è lo spazio per assumere tutti e subito”

“Il caso è che anche stabilendo questo principio – conclude  il giovane ragusano – si produrrebbero alcuni movimenti in graduatoria, ma la stragrande maggioranza dei vincitori rimarrebbe tale, così come degli idonei non vincitori. Alcune simulazioni svolte restituiscono il risultato di 6-7 vincitori che oggi non lo sono. Però se teniamo conto che in questi profili siamo già a conoscenza che ci saranno decine di rinunce -circa 60 – perché vincitori di categoria superiore (D) o altri concorsi. Dunque ci sarebbe lo spazio per assumere serenamente tutti sin da subito”.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it