Caso Nuova DC, la resa dei conti etica: dai vertici regionali ai Comuni si chiede di allontanare gli esponenti cuffariani

Sicilia, il terremoto politico post-Cuffaro scuote istituzioni e territori: da Pozzallo a Palermo cresce la richiesta di chiarezza

Le inchieste sulla sanità siciliana che coinvolgono l’ex presidente della Regione Totò Cuffaro e la Nuova Democrazia Cristiana stanno provocando un vero e proprio terremoto politico nell’Isola. Dopo la decisione del governatore Renato Schifani di estromettere dalla sua Giunta gli assessori espressione del partito di Cuffaro, il dibattito si allarga e tocca anche le amministrazioni locali, da Pozzallo a Palermo, passando per l’Assemblea Regionale Siciliana e i movimenti civici.


Pozzallo, appello alla trasparenza: “Chi ricopre cariche pubbliche deve essere irreprensibile”

A Pozzallo, un gruppo di consiglieri comunali — Francesco Ammatuna, Valentina Sudano, Franco Giannone, Barbara Sparacino, Antonio Zocco Pisana e Lorenzo Ballatore — ha diffuso una nota che chiede “chiarezza nelle istituzioni” e invita la presidente del Consiglio comunale Quintilia Celestri e il vicepresidente Giuseppe Giampietro a riflettere alla luce dei loro nuovi riferimenti politici vicini alla Nuova DC.

“Non si tratta di una questione giudiziaria, ma di un tema di etica pubblica e di responsabilità verso la comunità. La vicinanza politica ai vertici della Nuova DC rischia di indebolire la fiducia nelle istituzioni locali”, si legge nel documento.

Gli esponenti del Consiglio parlano di “un dovere morale di tutelare la credibilità della città e la dignità della politica”.
Un invito, in sostanza, a fare un passo indietro per preservare le istituzioni da qualsiasi ombra.


Palermo, Lagalla sotto pressione: “Anche lui licenzi la DC”

Il terremoto politico tocca anche Palermo. Dopo la decisione di Schifani, il Movimento 5 Stelle e vari consiglieri comunali chiedono al sindaco Roberto Lagalla di prendere posizione.
Ex assessore alla Sanità proprio nei governi Cuffaro (2006-2008), Lagalla è accusato da alcuni consiglieri — Concetta Amella, Giuseppe Miceli e Antonino Randazzo — di mantenere “una posizione insostenibile”, poiché nella sua Giunta siede ancora un assessore della Nuova DC.

“Da Lagalla non ci aspettiamo molto — affermano —. Continua a fare il sindaco-spettatore di una città allo sbando, più preoccupato di blindare accordi politici che di rispondere ai problemi dei cittadini”.


Schifani nel mirino: “Operazione di maquillage”

La mossa del presidente Renato Schifani, che ha motivato la sospensione dei rappresentanti della Nuova DC con l’esigenza di “trasparenza, rigore e correttezza istituzionale”, non ha placato le polemiche.
Per Pd, M5S, Avs e Controcorrente, si tratta solo di “un’operazione di maquillage” per salvare la faccia senza affrontare le radici del sistema di potere.

“Rimuovere assessori e dirigenti-prestanome non basta — si legge nella nota congiunta —. È stato Schifani a guidare la spartizione dei manager della sanità, è sotto i suoi occhi che sono maturati favoritismi e concorsi decisi a tavolino. Deve andare a casa e liberare la Sicilia da inchieste e scandali”.

Le opposizioni hanno annunciato una manifestazione a Palermo, in piazza Indipendenza, per chiedere le dimissioni del governo regionale.


De Luca (M5S): “Atto dovuto, ma non sufficiente”

Sulla stessa linea il capogruppo M5S all’Ars, Antonio De Luca, che parla di “atto dovuto, ma non sufficiente”.

“Non so cosa Schifani si aspettasse da un partito guidato da chi ha un passato fin troppo eloquente. Escludere la DC era il minimo. Ora venga in Aula, riferisca e si dimetta. La sua corsa è finita”.


Vittoria, il M5S rilancia: “Fuori la politica dalla sanità”

Intanto da Vittoria arriva un messaggio netto. Nel corso di una conferenza dal titolo “Parliamo di sanità, ascoltando i cittadini”, organizzata dal Movimento 5 Stelle e coordinata da Federico Piccitto, è risuonato un concetto chiaro: “la politica deve restare fuori dalla sanità”.
Gli esponenti M5S — Stefania Campo, Nuccio Di Paola e Antonio De Luca — hanno denunciato un sistema che “favorisce clientele e appalti truccati, a discapito della meritocrazia e dei cittadini”.

“In Sicilia ci sono 200 mila persone in lista d’attesa e 300 mila che nel 2024 hanno rinunciato alle cure — ha sottolineato Campo —. Schifani pensa di risolvere cambiando dirigenti, ma così non fa che riaprire la partita delle poltrone. La sanità non è un terreno di potere”.


Una crisi di fiducia che tocca tutto il sistema

Dalla Regione ai Comuni, la vicenda Cuffaro-Nuova DC diventa il simbolo di una crisi di credibilità diffusa, che investe l’intero sistema politico siciliano.
A Pozzallo si parla di etica pubblica e dimissioni per salvaguardare l’immagine delle istituzioni. A Palermo, l’opposizione chiede al sindaco di seguire l’esempio di Schifani. A Vittoria, i cittadini si mobilitano per una sanità finalmente libera dai condizionamenti politici.

Nel frattempo, il governo regionale affronta una maggioranza sempre più fragile e una pressione crescente perché dalle parole si passi ai fatti.

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