È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
Casi Cortellesi e Lucarelli, sui social ormai è un delirio
18 Gen 2024 08:46
La rubrica dello psicologo, a cura di Cesare Ammendola
Credevamo di aver toccato le altezze del Caos (per niente calmo) con la vicenda Ferragni e la lunga coda sulfurea e incandescente sui social.
No. Adesso fu il turno lavico di Biancaneve secondo Cortellesi. Le polemiche contro la Paola nazionale mi sono parse francamente eccessive. E la Cortellesi non ha torto, in un certo senso, quando segnala certi “anacronismi” (in forma di “archeo-topoi”). Infatti, come ho scritto altrove, Biancaneve non era siciliana.
Sono disneycresciuto con le fiabe, ma sono anche uno psicologo del ventunesimo secolo. Diciamolo. Non ce la vedo proprio una ragazza di oggi a spolverare, passare il mocio, lavare i piatti, cucinare, stirare e mettere ordine per servire Pisolo e Mammolo. Anzi, nessuno mi leva dalla testa che Pisolo e Mammolo sarebbero potuti accrastare tranquillamente se fosse stato per una Sbiancaneve di oggi.
“Sono su Telegram con le fringers, non scassare, Eolo, fatteli tu i sirvizi.”
“Ma almeno il tuo letto fattelo! Questa casa non è un albergo, Bianca!”
“Lo vedo che non è un albergo, Zufolo! Lavori da trent’anni e viviamo in una catapecchia!”
“Ceni con noi?”
“No, devo studiare per la verifica di Scienze. E poi esco.”
“Ma oggi è il compleanno di Eolo! Non puoi mancare!”
“Ti aspettavi che vi facessi la torta? Ah Petolo, visualizza qui: io vi sono grata per avermi ospitata, ma non sono la tua serva. E non sarò mai la schiava di nessuno.”
Vi dirò, comunque io preferisco le Sbiancaneve di oggi alle pupe di ieri. Sono creature complesse, ma dai colori più decisi, arcobaleni che spaventano gli uomini. E soprattutto i nani maschi. Sono fiabesche, ma a modo loro. E nel loro stile, in un racconto che vogliono scrivere con le loro mani. Donne che per salvarsi hanno bisogno di se stesse. Donne che per rinascere non hanno certo bisogno del bacio di un principe.
E poi invece ci ha sopraffatti una tragedia. Sulla quale non è possibile ora ironizzare.
Non si può accettare. Provo una tenerezza infinita per questa donna. Una lavoratrice di sessant’anni che (verosimilmente) si è tolta la vita per la vergogna. Dopo essere stata umiliata viralmente. Se non sei potente e sei umano, rischi di essere maciullato da chi ha un potere (i followers) e non esita ad accanirsi contro i tuoi sbagli. Scatenando, suo malgrado, il linciaggio. Ovviamente non considero colpevole delle tragedie chi usa i social in questo modo. Ma mi lascia molto perplesso il suo stile. Non giudico nessuno. Ma innegabilmente esistono dei “professionisti del web” legittimamente a caccia di click (che si buttano sulle opportunità virali e certo non solo in nome della verità) “ignorando” quale shit storm possa scatenarsi su una persona comune.
La donna in questione aveva dimostrato di credere nelle idee. Ma ha sbagliato davvero nel pasticciare le cose. E tuttavia, al posto di quella donna sarebbe potuto essere uno dei nostri figli non infallibili.
Dobbiamo urgentemente ripensare il mondo della Rete. Altrimenti diventa un Inferno dantesco nel quale uno sbaglio non è una possibilità. Ma la fine di tutto.
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