CARMELO INCARDONA SULLA CHIUSURA DELLA FACOLTÀ DI LINGUE A RAGUSA

“L’ennesimo scippo nei confronti di un territorio laborioso e produttivo spesso mortificato da decisioni piovute dall’alto: la chiusura della facoltà di Lingue fa il paio con altri atavici problemi, a partire dal mancato avvio dell’aeroporto di Comiso sino all’assenza di un chilometro di autostrada”. Queste le parole del deputato regionale di Grande Sud Carmelo Incardona il quale ha detto la sua sull’infinita questione dell’ esistenza/sopravvivenza della facoltà di Lingue a Ragusa, argomento di confronto e scontro spesso serrato tra il Consorzio universitario ibleo e l’Università di Catania.

Il rettore Recca pochi giorni fa ha infatti ufficializzato una notizia che molti non avrebbero mai voluto sentire: il primo anno dei corsi di primo livello di Mediazione Linguistica non sarà attivato e come se non bastasse i revisori dei conti dell’ateneo catanese hanno stoppato l’accordo che avrebbe dovuto ripianare il contenzioso tra il Consorzio e l’Università stessa, alla quale dovrebbero andare circa dieci milioni di euro in dieci anni.

Attualmente il debito del Consorzio nei confronti di Catania ha superato il milione di euro e sino a pochi giorni orsono sembrava concluso un accordo sul denaro dovuto il quale però non ha del tutto convinto  i revisori dei conti sancendo così la chiusura della facoltà di Lingue nel territorio ibleo e nonostante attualmente il Comune e la Provincia di Ragusa abbiano deciso di adire alle vie legali per risolvere il nodo “Lingue”, il futuro prossimo degli studenti iblei sembra inevitabilmente compromesso.

Secondo Incardona occorre adesso bilanciare le diverse esigenze e trovare una soluzione condivisa in modo che da un lato l’ateneo catanese rivendichi un equilibrio di bilancio e che dall’altro la provincia di Ragusa rivendichi la possibilità di trattenere nel territorio i suoi studenti e creare nuovi posti di lavoro nel settore turistico.

“Necessiterebbe maggiore rispetto – ha detto il deputato di Grande Sud – nei confronti della nostra provincia evitando un muro contro muro improduttivo e solo mettendo in campo soluzioni condivise ad ampio raggio si può evitare di perdere un faro culturale come un’istituzione universitaria, specie nel settore delle lingue che agevolerebbe in maniera determinante i nostri ragazzi. Tempo fa, proprio in merito alla permanenza della facoltà di Lingue a Ragusa si era parlato della creazione di un quarto polo universitario, vista la voglia dell’ateneo catanese di chiudere tutti i corsi decentrati. Una sinergia tra Enna, Siracusa e Ragusa sarebbe auspicabile per poter conferire nuove possibilità a tutti gli studenti della Sicilia orientale e per alleggerire le famiglie di un peso spesso troppo grande per mantenere i figli in un’altra città”.

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