Camcom di Ragusa con Trapani, Agrigento e Caltanissetta. I sindacati: “Un’ accozzaglia di realtà e territori distante tra loro non solo geograficamente”

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato della CGIL Ragusa sull’emendamento “Prestigiacomo”.

 

“L’ emendamento approvato in Commissione Parlamentare all’interno del decreto “Sostegni bis” riapre la discussione sugli accorpamenti già avvenuti in Sicilia delle Camere di Commercio, proiettando Ragusa verso una aggregazione con Siracusa, Caltanissetta, Agrigento e Trapani, appare come un atto di rappresaglia consumato a freddo, lontano dall’essere un provvedimento rivolto al miglioramento del sistema Camerale siciliano al servizio delle imprese.
Premesso che il processo con il quale in questi ultimi anni sono state soppresse, abolite ed accorpate importanti strutture ed articolazioni Istituzionali dello Stato rappresenta un fallimento per i territori, in quanto ha indebolito fortemente la rappresentanza azzerando importanti funzioni di molte strutture periferiche. Vale ad esempio per le Province e anche per le Camere di Commercio.

Infatti in questi primi anni di attività della Camera di Commercio del Sud –est di fatto abbiamo visto sparire quasi del tutto il ruolo della Camera di Commercio nel nostro territorio. Rimane il palazzo di Piazza Libertà, ma di fatto è finita la bella stagione quando la Camera di Commercio rappresentava il luogo di incontro e di discussione sulle questioni inerenti il sistema economico del territorio ragusano. L’accentramento su Catania ha rappresentato l’allontanamento di importanti funzioni di programma ed indirizzo e la conseguente fine di ogni confronto fra le parti sociali dei lavoratori, delle imprese e le Istituzioni.

Un passo indietro per una provincia abituata ad avere come riferimento la Camera di Commercio come ambito di discussione a vario livello sui progetti di sviluppo per il territorio. E’ lampante l’esempio riguardante le infrastrutture; dapprima il confronto su ogni possibile progetto di infrastrutturazione del territorio vedeva nella Camera di Commercio, insieme alle sue rappresentanze Istituzionali e sociali, l’ambito naturale di incontro. Oggi tutto ciò non avviene, nonostante il tema delle infrastrutture rappresenti in questo momento l’elemento strategico e fondamentale in vista dell’entrata in vigore del PNRR.

Questa è purtroppo un dato di fatto che non fa bene al territorio e soprattutto tradisce l’impegno assunto dalla dirigenza che l’accorpamento avrebbe comunque garantito continuità e presenza nel territorio.
Queste criticità ci portano a dire che un ripensamento generale sui processi così detti di semplificazione e razionalizzazione andrebbe rivisto a 360°, soprattutto per quanto riguarda le Camere di Commercio e le Province. Così come andrebbe fatta una seria valutazione sui costi e i benefici rispetto ai processi di accorpamento alla cui base vi era l’ esigenza di risparmiare risorse. Da una valutazione empirica è evidente l’enorme costo sociale ricaduto sulle comunità territoriali, che va considerato al di la delle semplici valutazioni di ragioneria.
Ma è altrettanto chiara la nostra valutazione negativa sull’ipotesi che emerge dall’emendamento “Prestigiacomo” approvato lo scorso 9 luglio a Montecitorio, attraverso cui si indica un cambio di scenario portando la Camera di Commercio di Ragusa ad accorparsi con Caltanissetta, Agrigento e Trapani.

La riteniamo insensata e illogica perché il progetto del Sud –Est mette comunque in relazione un’area vasta in continuità geografica fortemente caratterizzata da sistemi produttivi locali molto interdipendenti, e una strategia comune sul processo di infrastrutturazione dell’intera area ricadente nelle tre province di Ragusa, Siracusa e Catania. Mettere assieme Ragusa con Trapani e Agrigento e Caltanissetta vuol dire realizzare una accozzaglia di realtà e territori distante tra loro non solo geograficamente.

Per questo è necessario respingere questa ipotesi e lavorare affinché l’emendamento Prestigiacomo venga disinnescato per evitare ogni possibile effetto pratico e aprire una discussione seria sugli assetti Camerali e sulla necessità di ritornare ad un ruolo centrale del sistema delle Camere di Commercio rispetto ai territori, soprattutto nelle realtà periferiche. L’ipotesi della Camera di Commercio del Sud-est va rivista al fine di restituire un protagonismo ai territori, così come è stato per decenni a Ragusa. Servono concreti processi di decentramento funzionali alle peculiarità produttive delle tre realtà, per ritornare ad un confronto strutturato tra parti sociali, sistema delle imprese e le Istituzioni, in modo da rilanciare una prospettiva di area vasta in relazione ai processi di sviluppo, per indirizzare progetti e risorse verso un modello di crescita socio economica delle comunità territoriali. Non è ammissibile che la discussione sui fondi del PNRR finora non ha registrato nessuna iniziativa sul territorio da parte della Camera di Commercio. Siamo ancora in tempo per aprire una discussione su alcuni punti strategici contenuti nelle missioni del PNRR, a partire dal processo di innovazione in chiave ecosostenibile della nostra agricoltura, così come le infrastrutture e la valorizzazione dei beni culturali. Occorre andare avanti, ma cambiare passo per provare ad immaginare veramente un futuro migliore. Se non ora quando”.

 

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