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BaRock Festival 2025: dove il suono antico incontra il rock moderno
06 Mag 2025 12:04
La musica classica si fonde con il rock, il sacro dialoga con l’elettrico, il barocco incontra il punk. Il BaRock Festival, alla sua terza edizione, ha trasformato la città dei mosaici in un crocevia sonoro unico nel Mediterraneo. Un vero laboratorio musicale che ha abbattuto barriere e pregiudizi, mettendo in connessione generi, strumenti e pubblici lontani.
In appena quattordici giorni, con sei location mozzafiato, venticinque artisti da tutta Europa e un programma in continuo crescendo, il “Lato A” del festival ha offerto un viaggio emozionante tra le forme della musica d’autore: da Bach ai Queen, da Paganini al progressive italiano, dal virtuosismo classico alla potenza del pop contemporaneo.
L’apertura con La Scala e l’omaggio al Mediterraneo
Ad aprire il festival il 25 aprile, un emozionante concerto al Teatro Garibaldi in memoria di Papa Francesco, con i musici del Teatro alla Scala. Il violinista Davide Alogna e la prima viola solista Simonide Braconi hanno dato vita a un programma che ha toccato le corde più profonde dell’anima. Suggello della serata, la prima esecuzione assoluta di Rock Island di Daniele Fabio, suite visionaria che ha intrecciato suggestioni classiche e atmosfere rock, evocando la forza del Mediterraneo. «Vogliamo che il pubblico senta il profumo del rock e il calore del suono antico», ha dichiarato Alogna, direttore della sezione classica. Braconi ha aggiunto: «Rendiamo la musica colta accessibile, viva, presente nei luoghi e nei cuori di tutti».
Da “C’era una volta il west” ai Beatles: la musica senza confini
Il festival ha continuato a sorprendere con prime esecuzioni assolute e dialoghi musicali di rara intensità. Dalla suite “Sogno di terra nuova” di Sandro Laffranchini ispirata a Sergio Leone, alle improvvisazioni di Giulio Tampalini e Daniele Fabio, capaci di coniugare chitarra elettrica e classica, storia e modernità.
Il 28 aprile, la violinista kazaka Aiman Mussakhajayeva ha incantato il pubblico con il suo Stradivari, accompagnata dall’Orchestra del Teatro Cilea diretta da Michele Patuzzi. «Nei Beatles c’è il romanticismo di Brahms, e in Paganini il groove del pop», ha spiegato Patuzzi, sottolineando la forza universale del linguaggio musicale.
Dalla musica colta al cuore della piazza
Il 1° maggio ha segnato un momento simbolico: la chiusura della sezione classica con la “Bohemian Fantasy”, trascrizione orchestrale firmata da Giuseppe Andaloro in omaggio ai Queen. Un ponte perfetto tra passato e presente, tra teatro e piazza, che ha lasciato il pubblico senza fiato.
E dal 2 al 4 maggio, la città ha celebrato la musica pop e rock siciliana con una parata di artisti locali e ospiti nazionali: gli Zero Assoluto, i Sugarfree, i Romano Bros, i Colorindaco e molti altri. Fino alla chiusura col botto degli Swingrowers e di Giulia Mei, simboli di una Sicilia che crea, contamina e innova.
Il “Lato B” esploderà a fine maggio
«Il Lato A ha costruito il ponte, il Lato B lo farà vibrare», ha promesso Georgia Lo Faro, direttrice della sezione rock. E il programma lo conferma: il 30 maggio sarà il turno del Vivaldi Metal Project e delle leggende internazionali del rock; il 31, Francesco Renga aprirà il suo tour celebrativo; il 1° giugno la PFM incrocerà la sua storia con quella di Fabrizio De André. A chiudere, il 2 giugno, le Bambole di Pezza: punk, energia e impegno sociale.
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