BARDOLINO: IL ROSSO DEL GARDA

Il Bardolino, conosciuto in passato come Rosso del Garda, è un vino rosso molto diffuso e apprezzato in Italia e all’estero. Una bottiglia di Bardolino è facilmente reperibile in uno qualsiasi dei grossi supermercati presenti in Europa. È questa una delle denominazioni italiane più conosciute nel Vecchio Continente.

Il motivo della grande diffusione di questo vino, che probabilmente è ancora sconosciuto a una parte degli italiani, è dovuto al suo buon rapporto qualità/prezzo.

Il Bardolino è sì un vino semplice, ma possiede un ventaglio olfattivo molto accattivante, dovuto al fatto che viene prodotto con quasi gli stessi vitigni del Valpolicella: corvina veronese, rondinella, molinara e negrara, a cui si possono aggiungere, per un massimo del 20%, barbera, cabernet sauvignon, marzemino, merlot, sangiovese e rossignola. Queste ultime possono essere presenti da sole e congiuntamente con il limite massimo del 10% per ogni singolo vitigno. Una percentuale del 20% di cabernet o merlot cambia abbastanza chiaramente il comparto olfattivo e il colore del vino, rendendolo più sfacciato e più scuro; mentre una stessa percentuale di sangiovese dà maggiore struttura al vino, ma non ne modifica in modo rilevante il colore. Un Bardolino prodotto con lo stesso uvaggio del Valpolicella, senza quindi i vitigni cosiddetti migliorativi, sarà comunque molto diverso dal Valpolicella. La differenza di terreno cambia radicalmente il carattere del vino. Dalla Valpolicella escono vini con buona o grande struttura: basti pensare all’Amarone della Valpolicella, tanto per citarne uno, mentre da Bardolino, città che ha dato il nome alla denominazione, escono dei vini per lo più semplici, poco impegnativi e di piacevole beva. Questa semplicità rende il Bardolino un vino economico, ma molto piacevole. È grazie a questi fattori che esso è riuscito a farsi conoscere nel mercato europeo.

Le cose, però, sono un po’ cambiate anche per il Bardolino. Prima della crisi odierna, il mondo vitivinicolo italiano ha seguito una certa filosofia del vino che prevaleva tra i consumatori: quella dei vini rossi importanti, nel senso di vini corposi, dal colore scuro impenetrabile e fruttati. Questa concezione del vino si allontanava totalmente da quello che è il Bardolino tradizionale. Alcuni produttori, quindi, decisero di cambiare faccia al Bardolino. Oltre ad aver fatto aggiungere il merlot e il cabernet nel disciplinare di produzione, per renderlo più accattivante, hanno spinto la produzione verso il Bardolino Superiore, che ha come differenza fondamentale l’invecchiamento minimo di un anno. Il Bardolino nella versione superiore ha sicuramente maggiore alcol, maggiore corpo e maggiore ricchezza olfattiva, ma difficilmente può reggere il confronto, almeno per ora, con i vini della Valpolicella, di cui può sembrare una pallida imitazione.

Certo bisognerà vedere verso dove andrà il Bardolino del futuro. L’aggravarsi della crisi sta cambiando radicalmente la società e le sue priorità. Si accentua sempre più la distanza tra chi può permettersi di spendere certe cifre per il vino e chi no. Una fascia del mercato che prima era disposta a spendere una certa cifra, comunque ragionevole, per i “vini alla moda”, si trova oggi con altre priorità. I consumi di vino sono scesi notevolmente e inoltre si spende meno. Si sta assistendo a un nuovo cambio, ancora non completato, nel gusto del mercato. Non più vini strutturati e internazionali, bensì vini piacevoli non eccessivamente carichi. Questo fenomeno probabilmente porterà all’abbandono di certi vini, che hanno percorso il cammino del cosiddetto gusto internazionale e che avevano la loro forza nel prezzo minore, rispetto ai grandi vini, giacché provenienti da zone ancora non affermate.

Un’altra versione del Bardolino che ha ottenuto un buon riscontro commerciale, soprattutto all’estero, è il Bardolino Chiaretto. Altro non è che un vino rosato dall’interessante ventaglio olfattivo, caratterizzato dalla frutta rossa mista alle sensazioni aggrumate di pompelmo rosa, ma complessivamente non molto distante dagli altri rosati italiani.

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