AUGURI DI BUON NATALE

A Monti, Mario Monti, il Natale sotto l’albero faccia trovare più coraggio e lealtà nell’esternare idee, pensieri e proponimenti. Misurato e composto, almeno fino ad oggi, il presidente uscente del Consiglio meglio avrebbe fatto, nel corso della conferenza stampa di domenica scorsa, a rifuggire dalla tentazione di servirci, in politichese, pepatissime pietanze di vecchia machiavellica politica di cui, sinceramente, nessuno sente più il bisogno. 

A Berlusconi, Silvio Berlusconi, il Natale regali pace, serenità, sesso, anzi … amore … tanto amore e Buen Retiro.

Vent’anni dopo, abbia la compiacenza di capire che, festini a parte, essere non si può più di una volta. 

A Bersani, il laico Pierluigi Bersani, Babbo Natale doni un paio di ammortizzatori morali di ottima qualità, in grado di fargli superare, eventualmente, la stessa cocente delusione che, anni addietro, annientò un suo vecchio compagno di partito, generale comandante di una “gioiosa macchina da guerra”, finita in frantumi,  tenuto conto, fra l’altro, che, di questi tempi, pronostici e sondaggi lasciano il tempo che trovano. Mai dire gatto se prima non ce l’hai nel sacco … (Trapattoni docet). 

A Di Pietro, Antonio Di Pietro, ex magistrato, finto moralizzatore della vita pubblica, capo disarmato di un partito in disfacimento, il Natale regali cento grammi di buon senso per fargli capire che, dopo quello che è successo, il contenuto dei suoi sermoni, conditi molto spesso  di pazzesche sgrammaticature, hanno lo stesso sapore di un amaro bluff. 

A Niki Vendola, che “non ha mai saputo nulla” di quello che succedeva all’Ilva di Taranto, il Natale faccia ritrovare il gusto “politico ed ecologico” della verità vera e responsabile, aldilà di filosofiche astruse esternazioni che la gente della sua Regione, e non solo, avvilita e disperata, non può non considerare come una mastodontica presa in giro.

A Casini, Pierferinando Casini, e ai suoi compagni del centrino, il Bambino Gesù indichi la strada verso la chiarezza. Il maldestro tentativo di riproporsi a destra o a manca, come ago della bilancia, è veramente patetica cosa rispetto alla sofferenza di milioni di persone penalizzate da certa politica stantia e demodè. 

A La Russa, Ignazio La Russa, ritornato assieme ad un paio di compagni di merenda su lidi non più balneabili, il Natale porti la rassegnazione necessaria per capire che, in politica, ma anche nella vita, camminare come il gambero fa male alla salute

Ad Alfano, Angelino Alfano, il Natale consegni un bel Tapiro. Si può essere giovani, bravi e preparati, ma in certi momenti della vita, rispondere semplicemente “obbedisco” anche all’ultimo capriccio del capo, significa avere qualche problema alla schiena.

Ad Ingroia, Antonio Ingroia,  magistrato d’assalto, e ai suoi compagni di cordata, il Natale regali il simbolo, riveduto e corretto, della falce e martello, ridisegnato da Marco Travaglio e Michele Santoro  

A Grillo, Peppe Grillo, uomo solo al comando, che comincia ad accusare qualche contestazione interna di troppo, il Natale regali un pacifico rientro nei ranghi. Di cattiva politica si muore. Di avanspettacolo pure.

Alla gente comune che vive di lavoro e di fatica, a chi un lavoro non ce l’ha, ai precari, agli emarginati, agli ammalati, a chi soffre in silenzio, ai carcerati, ai bisognosi, ai disperati, ai bambini poveri e malnutriti, a chi versa in condizioni di disagio, ai diversamente abili, ai poveri, a quanti (pochi) si accostano alla politica con buone intenzioni, alle persone impegnate nel volontariato, ai soldati, alle forze dell’ordine, a chi combatte in prima fila battaglie di giustizia sociale con il pensiero, l’ingegno e le opere, a uomini e donne di buona volontà, il Natale dia una mano per costruire insieme un nuovo percorso di serenità e di pace.

 

 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it