Aeroporti di Catania e Comiso: dietro le quinte di una rivoluzione con l’intervista all’amministratore Sac, Nico Torrisi

La privatizzazione della Sac fa discutere. Raggiunta la soglia record di 12 milioni di passeggeri nel 2024, la società di gestione dell’aeroporto Fontanarossa di Catania e del “Pio La Torre” di Comiso punta al salto di qualità. Si va verso la privatizzazione, ma non è affatto una novità. La maggior parte degli aeroporti italiani sono privatizzati e hanno cioè una gestione affidata ad un’azienda privata, con una quota diversa per ciò che riguarda la percentuale. Una direttiva europea ha operato negli ultimi decenni e soprattutto negli ultimi anni una profonda trasformazione nel sistema aeroportuale. Prima era quasi interamente in mani pubbliche, ora le società di gestite sono nelle mani di capitali privati. Con diverse modalità di partnership e diverso apporto in termini di quote azionarie e investimenti di capitali, ma è un trend che ormai caratterizza la maggior parte dei grandi aeroscali delle principali città d’Europa.

Anche Catania e Comiso entreranno in questo trend. La strada sembra ormai tracciata. L’individuazione di un partner privato potrà apportare un contribuito determinante sia in termini di apporto di capitali che di investimenti per la modernizzazione delle infrastrutture per avere aeroporti sempre più efficienti.L’annuncio della privatizzazione ha colto molti di sorpresa. In realtà si lavora da anni in questa direzione. Il periodo Covid ha determinato un inevitabile rallentamento, ma il mandato dell’assemblea dei soci al Cda non è mai mutato. E ora giunge a conclusione.

È stato redatto un nuovo piano industriale che ora dovrà essere approvato dall’assemblea dei soci. Non ci sono previsioni definite, ma tutto lascia presupporre che si andrà verso l’approvazione, anche se non mancherà un dibattito serrato. Dietro l’aeroporto e accanto ad esso si muovono troppi interessi e non solo economici.Cosa prevede il piano industriale e quali saranno i tempi della privatizzazione ? Questo, per il momento, è top secret. L’amministratore delegato della Sac, Nico Torrisi, non si sbottona. “Abbiamo redatto il piano industriale e abbiamo così ottemperato al mandato affidatoci dall’assemblea dei soci. Ora sarà proprio questa a dover approvare le conclusioni del nostro lavoro”.

Quali saranno i tempi ?

“Non posso dirlo e non è facile fare previsioni. Ma non saranno anni”.

Cosa succederà nei prossimi mesi ? Quali saranno le tappe che ci attendono?Il primo appuntamento – come dicevo – è l’assemblea dei soci. La data non è ancora stata fissata, ma la definiremo presto. Poi, dopo l’approvazione, si dovrà andare alla pubblicazione del bando, una gara pubblica europea cui potranno partecipare tutte le società e le aziende che hanno i requisiti. E si sceglierà l’offerta migliore sulla base dei requisiti previsti dal bando”.

Cosa comporta la privatizzazione? Quali saranno i vantaggi ? “L’apporto di capitali privati può essere determinante per la gestione degli aeroporti. Il socio privato porterà anche un know how e delle conoscenze necessarie per gestire in modo ottimale i nostri due aeroscali. Nuovi capitali e know how accresciuto: i vantaggi sono innegabili”.

Chi assumerà la decisione? Saranno – come detto – i soci di Sac. E sono per la maggior parte enti oggi commissariati e cioè sotto il controllo diretto della Regione siciliana. Con l’unificazione delle Camere di Commercio, oggi la Camera di Commercio del Sud esrt, che ha accorpato Catania, Siracusa e Ragusa, detiene il 60,64 per cento del capitale sociale. Tanto quanto basta a determinare che tutte le scelte passano dalla volontà dell’attuale commissario straordinario.

L’IRSAP di Palermo, anch’essa commissariata, ha il 12,13 per cento. È commissariato anche il Libero Consorzio di Siracusa con il 12,13 per cento. Tutti insieme superano l’85 per cento. Il sindaco di Catania, Enrico Trantino ha l’1,02 del capitale sociale, ma ha anch’esso il 12,13 come sindaco della città metropolitana. Infine, lo 0,96 per cento è del comune di Comiso quale ex azionista di minoranza della Soaco, la società di gestione dell’aeroporto di Comiso che è stata incorporata dalla Sac per fusione.

Questi i numeri ufficiali, dietro i quali si celano le dinamiche mai troppo evidenti della gestione di un potere enorme e di interessi economici da far tremare i polsi. E, insieme ad essi viaggiano anche gli interessi e le speranze legittime – e purtroppo deluse – di un territorio (la provincia di Ragusa) che è stata sempre troppo timida e che in questi anni, fin dal momento del primo bando di Soaco per l’individuazione del socio privato è stata sempre “alla finestra”. Nessun apporto ragusano si è mai palesato e al bando parteciparono Sea di Milano e Intersac di Catania (composta da Sac e Interbanca). Vinse Intersac e la gestione è stata – da sempre – solo ed esclusivamente in mani catanesi. Il resto è la storia di questi anni che tante volte abbiamo provato a scrivere e a narrare. Ragusa e Comiso sono “spettatori”.

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