“ A Ragusa si allunga la lista di chi non ha da mangiare”: l’intervista a Domenico Leggio, Direttore Caritas.

Negozianti con le saracinesche abbassate. Ambulanti senza bancarella. Baristi e ristoratori ai quali non conviene tenere aperto con il solo servizio di asporto. Piccoli albergatori e camerieri che non sanno dove andare, così come tassisti, conducenti d’auto, l’intero indotto del settore turistico. Sono tante le categorie che stanno soffrendo la stretta dei divieti del nuovo isolamento, termine italiano che ormai conosciamo meglio come “lockdown”. Mani che non profumeranno di lavoro chissà ancora per quanto tempo. Una condizione che spinge tante persone a cercare aiuto. Una necessità, visto che in molte famiglie i risparmi sono terminati durante la fase 1 della pandemia e oggi non ci sono più i soldi per fare una spesa decente e pagare le bollette.

Lo sanno bene in via Giovan Battista Odierna a Ragusa, dove ha sede la Caritas diocesana. “I nostri servizi non sono stati sospesi, abbiamo ripreso la mensa tre volte la settimana e i pacchi alimentari, oggi come a marzo e aprile” spiega a ragusaoggi.it il direttore Domenico Leggio.

Direttore, qual è la situazione nelle città della diocesi?

“Purtroppo, negli ultimi quindici-venti giorni la lista delle persone bisognose si è allungata, a Ragusa come nelle altre città vicine. La crisi morde anche nuclei familiari che si erano salvate nel primo stop per la pandemia.”

A chi si riferisce, in particolare?

“A persone di quella che una volta rappresentavano la cosiddetta fascia media della popolazione, soprattutto chi ha un’attività economica legata al commercio e all’artigianato, che con i provvedimenti governativi hanno dovuto chiudere. Il problema è che non riusciamo ad aiutare tutti coloro che si rivolgono a noi tutti i giorni.”

Cosa fate, nel concreto?

“Per il pranzo dei martedì e giovedì e la cena dei venerdì prepariamo circa 110 pasti da asporto completi: primo, secondo, contorno, frutta e pane. Li distribuiamo nel punto ristoro San Francesco. Qui le famiglie ritirano i pasti, chi è solo invece consuma nei nostri locali, ovviamente nel rispetto delle norme.”

Diceva che non riuscite ad aiutare tutti…

“No, purtroppo. In tanti sono in lista d’attesa, sia per il cibo che per gli altri servizi. Considerate che paghiamo alcune bollette di luce e gas, piccoli affitti, persino occhiali da vista a chi ne ha urgente bisogno.”

Da chi vi rifornite, chi vi aiuta?

“Attingiamo alle risorse che ci destinano tramite l’8 x 1000 alla Chiesa cattolica. Abbiamo dei donatori storici che continuano a darci sostegno materiale e ai quali continuiamo a dire grazie. Altre aziende che ci sono state vicine a marzo e aprile si sono allontanate o stanno dando meno supporti. Il momento è duro per tutti.”

Ma la solidarietà non è mai troppa…

“Non solo. Con la riduzione del reddito avremo un altro anno complicato. Prima diverse famiglie restavano a galla, ora sono saltati quei flebili equilibri. In inverno e primavera prossima la situazione, secondo noi, non migliorerà. Ecco perché facciamo appello a chiunque possa darci una mano d’aiuto, sia con donazioni che attraverso l’opera di volontariato, di contattarci (il numero di telefono è lo 0932/246788).”

Cosa vi serve?

“Coperte, innanzitutto. Nella fascia trasformata, dal territorio di Acate a Scoglitti molti braccianti agricoli hanno bisogno di riscaldarsi nelle ore notturne, ora che si sono abbassate le temperature e alcune case rurali sono senza l’impianto di riscaldamento.”

Emergenza abitativa in campagna, dunque…

“Ovunque, direi. Guardate che ci sono anche da noi persone costrette a dormire fuori o a cambiare casa di frequente, ospiti una volta di uno o l’altro amico. Gli enti pubblici dovrebbero occuparsi maggiormente di questo problema, promuovendo quanto meno una rete di solidarietà.”

Nei vostri scaffali cosa manca?

Fra gli alimentari scarseggiano soprattutto riso e latte. Anche pannolini per neonati. Poi c’è la questione della didattica a distanza.”

Cioè?

“Scuole e comuni hanno consegnato i dispositivi, però in presenza di più figli quasi coetanei la linea internet accesa con la rete del cellulare non basta a far seguire due lezioni in contemporanea (da pochi giorni le maggiori società di telefonia forniscono giga gratis agli alunni, ndr). Una società consortile del territorio ci ha fornito di tablet che stiamo distribuendo in caso di necessità.”

Questa fase sta cambiando anche la socializzazione.

“I nostri centri di ascolto di Ragusa, Comiso e Vittoria sono aperti anche a chi non ha bisogno di aiuto materiale, ma di un supporto spirituale. Se uno si sente solo e ha bisogno di parlare con qualcuno, siamo operativi anche telefonicamente.”

Cosa dicono le persone che si rivolgono a voi?

“In tanti erano convinti che la Caritas aiutasse soltanto i migranti. L’emergenza Covid ha eliminato le barriere, oggi ci sono da aiutare i nostri vicini di casa e gli amici di sempre.”

Intervista di Antonio Casa

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