A Modica, la cultura anticipa la politica: “Scenari” accende la luce sul futuro. E (forse) stempera la faida

A Modica, ieri sera, è stata presentata ufficialmente la quarta edizione del festival letterario “Scenari” ma non è andata in scena solo la presentazione di una rassegna culturale. È accaduto qualcosa di più profondo, qualcosa che – pur tra le righe – ha lasciato intravedere un cambio di passo nella narrazione politica della città. La conferenza stampa di lancio di “Scenari”, la manifestazione culturale che si svolgerà dal 27 giugno al 27 luglio, è stata ufficialmente dedicata a illustrare un cartellone di altissimo profilo, con ospiti di fama nazionale, autori riconosciuti e figure istituzionali di primo piano. Basti citare – su tutti – Romano Prodi, il professore per antonomasia, a testimoniare il respiro ampio della rassegna.

Ma la notizia, quella vera, quella che ieri sera aleggiava tra gli sguardi, le strette di mano, i sorrisi e le conversazioni informali, era un’altra: il clima nuovo, il tentativo (forse il primo concreto) di una tregua politica a Modica. Protagonisti inaspettati di questa atmosfera distesa sono stati proprio loro: Ignazio Abbate e Maria Monisteri, insieme, nella stesso superbo terrazzo di casa Mutika, fianco a fianco, come non accadeva da tempo, e come invece era successo, già come prova generale , nel corso della presentazione della mostra la sera prima di Bansky. Coincidenze? O segnali? Quel “tutti insieme” ripetuto più volte nel corso della serata non era solo uno slogan: era un auspicio che sembrava prendere forma. E se, come ha detto il collega Salvatore Cannata , “la città ha bisogno di futuro”, ieri sera è sembrato che per costruirlo serva partire proprio da qui: dalla cultura come terreno neutro e fertile, dove persino le rivalità più accese possono trovare una tregua.

Il merito va senza dubbio a Piera Ficili, anima ideatrice e visionaria di Scenari, che – con la grazia di chi non impone ma propone – è riuscita a compiere ciò che nemmeno certi uomini di chiesa, più attenti ai propri interessi di sacrestia che alla comunità, hanno saputo fare: mettere davvero al centro la città. Un paradosso? Forse. Ma non è forse il paradosso la matrice autentica dei grandi cambiamenti? Una laica che riesce nell’impresa – tutta civile, ma anche sottilmente spirituale – di riunire ciò che la politica e le legittime aspettative politiche avevano separato. Una semina silenziosa ma fertile, che potrebbe far germogliare un nuovo modo di intendere la governance cittadina.

Non sappiamo se questa “pace” reggerà. Forse no. Forse è solo un’apparenza. Ma l’aria che si respirava ieri era diversa. Probabilmente, da idealista quale io sono, il mio percepito della serata di ieri sera sarà stato ancora più “romantico” della realtà ma una cosa è certa, e lo hanno confermato in molti dei present: l’aria era densa di possibilità, di apertura, di dialogo. Ho visto imprenditori presenti e soddisfatti, come se qualcosa di profondamente necessario stesse finalmente accadendo. Modica, da tempo, non chiede altro: collaborazione, visione, unità. E i numerosi consiglieri comunali al seguito di Abbate, proprio nella loro qualità di rappresentanti della città, chissà che da ieri non possano iniziare a svolgere un ruolo di  “pontieri” quei  soldati dell’Arma del Genio dell’Esercito Italiano specializzati nella costruzione di ponti e altri passaggi per superare ostacoli naturali, piuttosto che di falchi. Alcuni di loro ne avrebbero tutte le capacità. Se quindi davvero la serata di ieri stata solo un primo passo, allora sì, possiamo dirlo con convinzione: Scenari, ancor prima di iniziare, ha già fatto qualcosa di grande per questa città. (credito fotografico Leandro Giurdanella)

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