A Modica la “truffa del finto soldato americano”. C’è caduta una signora perdendo 3600 euro

Proprio in questi giorni si è concretizzata, a Modica, la famigerata “truffa del militare americano” che ha ormai fatto il giro del mondo mietendo vittime ovunque, anche in Italia (sul web, ad esempio, appaiono quelle di una donna di Verona truffata per 15 mila euro ed a luglio 2015 una riminese).

Sempre ad opera di soggetti di etnia nigeriana. La tecnica utilizzata è quella di carpire la fiducia della vittima, anche attraverso foto in divisa. Purtroppo la rete criminale ha complici in moltissimi paesi ed indagini di polizia giudiziaria, per la stessa truffa, sono state condotte anche negli USA (Nigerian Internet Romance Scam).

Il citato episodio di truffa verificatosi a Modica è stato realizzato attraverso un profilo di un notissimo “social” sul quale una signora di 55 anni, originaria e residente nella città della Contea, aveva pubblicato alcune sue foto ed alcuni dati personali. Qualche mese fa la stessa era stata contattata da un sedicente militare americano di stanza in Afghanistan, vedovo con figli.

Questi riusciva abilmente a fare breccia nel cuore della vittima e con varie scuse iniziava a chiederle del denaro col pretesto che lui, essendo all’estero in missione, non poteva disporne. Nasceva così una relazione “virtuale” tra i due ed il “soldato americano”, artatamente, metteva in contatto la donna con i suoi figli che a dire della stessa si sarebbero affezionati a lei, stante la mancanza della madre.

La signora veniva così subdolamente circuita che sborsava una prima considerevole somma di 1.600,00 euro su un conto corrente tedesco intestato ad un nigeriano, necessario per far curare i denti alla figlia del finto militare, il quale poco tempo dopo inventava una gita scolastica a Los Angeles della figlia, chiedendo inizialmente 6.000,00 euro, poi ridottisi a 2.000,00 euro stante la ritrosia della vittima a sborsare questa seconda considerevole somma di denaro. In questo caso il versamento è avvenuto su un conto corrente spagnolo intestato ad una donna, presumibilmente di etnia nigeriana.

Celandosi dietro l’identità della figlia del militare e di quella della sua fidata babysitter i truffatori fornivano l’IBAN su cui effettuare il bonifico utile per pagare la gita scolastica.

La truffa ha subito  una improvvisa battuta d’arresto perché quando la bambina decideva di mandare alcune sue foto alla donna per ringraziarla dell’esito felice della gita scolastica, quest’ultima, insospettita, ha  pubblicato su Google le citate foto; di rimando, altro sito web le ha inviato le stesse immagini ritraenti i suoi interlocutori come soggetti già denunciati per furti di identità e relativi profili di due notissimi “social”.

Nel corso degli ultimi mesi, altre attività condotte dal Commissariato di Modica, hanno portato ad ulteriori 4 denunce penali.

In primis è stato deferito all’Autorità Giudiziaria un messinese B.A. di anni 47, il quale da accertamenti è risultato annoverare decine di truffe con le medesime modalità poste in essere in diverse parti d’Italia. Questi, spacciandosi per un demolitore di quel centro, si faceva inviare un vaglia postale, genere veloce, dell’importo di 85,00 euro, per un faro anteriore di un’auto straniera; dopo essersi accertato che la vittima gli avesse inviato tramite whatsapp la ricevuta del versamento si rendeva irreperibile.

In un’altro caso la vittima, interessata all’acquisto di una Panda modello 4×4 pubblicizzata su un noto sito di vendita, a conclusione di trattative con una signora, asseritamente proprietaria del mezzo, versava l’importo di 1.900,00 euro comprensivi di passaggio di proprietà e spedizione in loco. Effettuato il versamento su ricarica postepay ed inviata ricevuta di quanto effettuato, la venditrice si rendeva irreperibile. La responsabile della truffa veniva identificata dagli agenti del Commissariato di Modica per una cinquantenne C. P. originaria della provincia di Napoli ma residente a Foggia, e segnalata alla competente A.G.

In un altro episodio, la vendita di un biglietto per l’accesso ad un concerto reclamizzato su un notissimo “social” mieteva quale vittima un giovane di questo centro che lo aveva acquistato tramite ricarica su carta Paypal, aggiungendo la richiesta, su suggerimento dell’autore della truffa, della dicitura “versamento ad amici”; tale espediente si rendeva necessario perché in tal modo non era più possibile revocare l’accredito effettuato.

La Polizia di Stato rinnova sempre l’invito all’utenza a non fidarsi di soggetti i quali richiedono somme di denaro online adducendo finalità benefiche o per scopi umanitari salvo accertamenti sulla veridicità delle richieste. Si suggerisce sempre di usare la massima prudenza in occasione di acquisti online, rivolgendosi ai siti che offrono maggiori garanzie ed utilizzando modalità di pagamento protette contro le truffe.

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