A Comiso Fratelli d’Italia chiede il riconoscimento dello Stato della Palestina. Dalla città della pace un chiaro messaggio al Governo Meloni

Una mozione dal forte valore simbolico e dal significato politico inatteso è stata approvata dal Consiglio comunale di Comiso. A presentarla è stato il gruppo locale di Fratelli d’Italia, che ha chiesto il riconoscimento dello Stato di Palestina, ricevendo il voto favorevole dei gruppi di maggioranza e di “Coraggio Comiso”.

L’iniziativa è stata illustrata dal consigliere Salvo Purromuto, che ha spiegato come l’obiettivo della mozione sia quello di “mandare da Comiso un messaggio di pace”, invitando a smettere di “cercare i colpevoli” per concentrarsi invece “sulle soluzioni”.

«Comiso – ha dichiarato Purromuto – si unisce a molte altre realtà locali che chiedono ai governi e alla comunità internazionale di rendere possibile la soluzione del conflitto. La nostra è una scelta simbolica ma profondamente politica: non ci sarà pace duratura senza un reciproco riconoscimento».

Purromuto ha poi aggiunto che la prospettiva dei “due Stati” deve prevedere condizioni chiare: la liberazione degli ostaggi israeliani e l’esclusione di Hamas da qualsiasi ruolo politico e istituzionale nel futuro Stato palestinese.


Una presa di posizione in controtendenza rispetto alla linea nazionale

Il voto del Consiglio comunale di Comiso rappresenta un fatto politicamente significativo. È infatti raro che una mozione di questo tipo provenga da Fratelli d’Italia, partito che a livello nazionale mantiene una linea più cauta e meno apertamente pronunciata sul tema del riconoscimento della Palestina.

La decisione della sezione comisana, quindi, si distingue per autonomia e coraggio politico, rivelando come, a livello locale, le sensibilità territoriali e i valori identitari possano portare a scelte più sfumate o addirittura divergenti rispetto all’indirizzo nazionale del partito.


Il precedente di Ragusa: il PD aveva proposto una mozione analoga

Solo pochi giorni prima, anche a Ragusa, il Consiglio comunale aveva approvato all’unanimità una mozione di segno analogo, presentata questa volta dal Partito Democratico. Quel testo, però, era ancora più netto nelle formulazioni: definiva l’operato dello Stato di Israele nei confronti del popolo palestinese come “genocidio” e “pulizia etnica”, impegnando il sindaco a esporre la bandiera palestinese sul Palazzo municipale fino alla cessazione dell’occupazione dei territori.

L’approvazione della mozione a Comiso, dunque, si inserisce in un clima politico territoriale in cui i Consigli comunali della provincia di Ragusa sembrano voler esprimere una posizione chiara e coerente sul tema del conflitto in Medio Oriente.

È interessante notare come, a pochi giorni di distanza, due schieramenti politici tradizionalmente contrapposti a livello nazionale – Pd e Fratelli d’Italia – abbiano trovato una convergenza, seppur in contesti diversi, nel riconoscere la necessità di una soluzione politica al conflitto israelo-palestinese.


La scelta assunta dal Consiglio comunale assume un significato ancora più profondo se si considera la storia della città. Comiso, infatti, è da decenni conosciuta come “città della pace”, titolo legato alle grandi mobilitazioni pacifiste degli anni Ottanta contro l’installazione dei missili Cruise nella base militare.

Quel passato di impegno civile e di dialogo torna oggi a emergere con forza: la mozione di Fratelli d’Italia, pur arrivando da un partito storicamente lontano dai movimenti pacifisti, sembra volersi riallacciare a quella memoria, ribadendo il ruolo simbolico della città come luogo di incontro e di mediazione.


Un messaggio politico e simbolico

Con questa decisione, Comiso si propone nuovamente come città capace di inviare un messaggio di pace e di responsabilità al Paese.
La mozione di Fratelli d’Italia non cambia solo il linguaggio politico locale, ma apre una riflessione più ampia sulla possibilità che le comunità territoriali – indipendentemente dagli schieramenti nazionali – possano farsi promotrici di gesti concreti in nome della pace e del dialogo tra i popoli.

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