A Chiaramonte i migranti-archeologi trovano quattro tombe bizantine

Quattro tombe bizantine inviolate tra gli uliveti di Chiaramonte Gulfi. A trovarle sono stati gli ospiti dello Sprar ragusano nell’ambito di un progetto sperimentale della Soprintendenza di Ragusa e sono loro che, davanti alle autorità e ai cittadini, le apriranno “in diretta” per condividere l’emozione di un ritrovamento del passato. Accadrà nei prossimi giorni, alla presenza del soprintendente Calogero Rizzuto. Sono in totale 50 gli extracomunitari che stanno lavorando agli scavi di una necropoli del IV secolo dopo Cristo tra ulivi e mucche, in contrada San Nicola Giglia dove una cooperativa onlus ha acquistato un terreno trasformandolo in azienda agricola e campo archeologico. Plauso da parte dell’assessore regionale Sebastiano Tusa: “Un progetto modello per la Sicilia intera”.
I migranti lavorano a turno, ogni giorno da due settimane sotto la guida di Francesco Cardinale, archeologo della cooperativa di Chiaramonte Gulfi. “I ragazzi coinvolti – dice il presidente Gianvito Distefano – sono 50, tutti dai 18 ai 25 anni, richiedenti asilo con protezione internazionale e guadagnano una borsa lavoro di 400 euro al mese, oltre a un attestato di partecipazione allo scavo tecnico. Con loro anche due minori che, in alternativa al carcere, su decisione del tribunale di Catania sono impegnati nel programma di recupero”.
Sono state rinvenute 20 tombe e due sarcofagi, oltre a 4 sepolcri ancora chiusi.

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