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E’ MORTO IL RE DELLE MONTAGNE
16 Nov 2013 20:10
Grave lutto per gli appassionati di automobilismo e di cronoscalate in particolare: dopo una lunga malattia, ha imboccato la salita per tornare al Padre il grande e indimenticato Mauro Nesti.
Assoluto dominatore, per anni, delle cronoscalate, in Italia e in Europa, era diventato un profondo e perfetto conoscitore dei più difficili percorsi in salita.
I tornanti più belli d’Italia e d’Europa non avevano segreti per il campione toscano che li affrontava a bordo dei più evoluti prototipi con la levità di una farfalla.
Nato nel 1935, il 12 agosto, a San Marcello Pistoiese, era specializzato nelle cronoscalate su vetture sport prototipo, riuscì a vincere per 8 volte il titolo europeo della specialità e per 17 volte quello italiano.
In totale tagliò vittoriosamente il traguardo, in cima ai percorsi più tortuosi, immersi in indimenticabili ambienti di montagna, per 450 volte. Indimenticabile il suo gesto, forse scaramantico, quando scendeva dalla vettura di dare un colpo di pettine alla sua folta capigliatura, prima di essere sommerso dai fotografi e dai tifosi.
Meritò, come raramente avviene, l’appellativo di ‘Re delle Montagne’
Iniziò la carriera, non ancora ventenne, nelle competizioni motociclistiche. Nel 1953 partecipò al Campionato Italiano di Velocità nelle Classi 125cc e 250cc a bordo di una MV Agusta. Nel 1955 la MV lo scelse per condurre le moto ufficiali, ma la carriera di centauro fu fermata dal tragico incidente di quell’anno alla 24 ore di Le Mans che fece interrompere tutte le attività motociclistiche in Europa.
A metà degli anni sessanta decise di passare alle quattro ruote: nel 1965 partecipa al Campionato Italiano di Velocità, in pista e in montagna al volante di un’Abarth 850 di serie prestatagli dal cugino.
In questi anni partecipa anche al campionato italiano di Formula 3 al volante di una Tecno senza però ottenere successi, lottando con avversari del calibro di Clay Regazzoni, Ronnie Peterson e Tino Brambilla.
Nei primi anni settanta le scarse possibilità economiche stavano quasi per spingere Nesti al ritiro, dato che non era in grado di acquistare un’auto sufficientemente competitiva per ottenere risultati di rilievo. Fortunatamente arrivò uno sponsor che credette in lui, la ditta “Cebora” di Imola, specializzata in saldature, e grazie al loro contributo riuscì ad acquistare una Chevron 2000 con la quale vince subito la cronoscalata Cesana-Sestriere del 1972.
Quello stesso anno vinse anche la prima delle sue 14 Rieti-Terminillo, nella sua lunga carriera vinse 9 volte la prestigiosissima Trento – Bondone
Con il passare degli anni i successi assoluti diventarono ordinaria amministrazione sulle salite d’Italia e d’Europa, come nella impegnativa Sillano-Ospedaletto che vinse in tre edizioni consecutive, dal 1973 al 1975. Nesti diventa un beniamino del pubblico, freddo e instancabile perfezionista in gara, di grande simpatia nei rapporti con gli organizzatori, con i colleghi, con il pubblico e i tifosi, sfornava, da buon toscano, fulminanti battute : famosa quella di commento ad un sua vittoria, “Ho fatto tre curve alla grande: Peccato che non c’era un bar. Mi sarei pagato da bere”. »
Dopo la Chevron Nesti guidò la March con la quale subisce un terribile incidente in cui riporta diverse fratture rimanendo costretto al riposo per svariati mesi; poi dal 1974 la LOLA nelle versioni T294 T296 e T298. Gli anni ottanta lo videro al volante dell’Osella PA/9.
Dal 1993 passò a una Lucchini BMW 6 cilindri per poi chiudere gli anno 90 al volante di una Breda BMW.
La sua carriera subisce un arresto ponderato quanto repentino: i risultati con la Breda tardano ad arrivare; sono stagioni grigie, illuminate solo da un paio di successi assoluti.
Il tragico incidente del giovane concittadino Fabio Danti, durante la Caprino-Spiazzi del 2000, nonché un altro serio incidente che coinvolge lui stesso con la Breda/Bmw sulla Salita del Costo ad Asiago nello stesso anno, scuotono non poco il Re della Montagna che, senza mai tuttavia annunciare ufficialmente il proprio ritiro, decide di abbandonare ogni proposito di continuare a correre ad alti livelli, apparendo in occasioni veramente sporadiche in gare destinate a vetture di Scaduta Omologazione (VSO).
Torna clamorosamente nel 2007 al volante della sua vecchia Osella PA/9 partecipando alle gare in salita di contorno riservate alle Auto Storiche. Nel 2008, dopo una stagione passata a togliersi la ruggine accumulata in anni di inattività torna a sorprendere addirittura vincendo, a 73 anni, alcune gare sempre nelle Auto Storiche, tra cui la Trento-Bondone, la Lima-Abetone e la Iglesias-S.Angelo.
Ha continuato a partecipare più per divertimento che per ambizioni di vittoria anche nel 2009 e 2010, prendendo parte alle gare più importanti d’Italia alle quali è rimasto affezionato da anni.
Malato da tempo, è scomparso il 13 novembre 2013 all’età di 78 anni, nella sua casa di Bardalone, sull’appennino toscano. Un gentleman driver d’altri tempi, che ha voluto lasciare un biglietto con queste parole: “ Se leggete queste righe vuol dire che ho perso la gara più impegnativa della mia vita. Voglio salutare tutti i miei tifosi e gli amici ringraziandoli per l’affetto che mi hanno sempre dimostrato”
Con la sua presenza riusciva a trasformare ogni cronoscalata in un avvenimento di grande richiamo: lo aveva compreso bene l’allora Sindaco di Chiaramonte Gulfi, Iano Gurrieri, suo amico personale, che lo volle a tutti i costi fra i concorrenti di una delle ultime vere grandi edizioni della Monti Iblei, arrivando ad ospitarlo per giorni nella sua residenza di campagna.
I risultati erano frutto di mezzi meccanici evoluti, perfettamente messi a punto con la sua precisione maniacale, la stessa che dedicava alla conoscenza del percorso che rifaceva per decine di volte, a bordo di vetture normali, come spiegava in questa intervista del 1988: “Le prove ufficiali servono per affinare la guida, per trovare i rapporti giusti, per trovare il limite. Ma da sole non bastano. Ci vogliono le pre-prove. Niente di ufficiale, semplici ricognizioni con auto di serie a velocità moderata. Bisogna passare al rallentatore ogni metro d’asfalto, si deve conoscere tutto: dove è buono, dove è gibboso, dove si sfalda.
Le curve vanno studiate con attenzione. Se c’é un sasso che sporge da un muretto a secco devi ricordarlo perché in corsa lo “pelerai” alla massima velocità. Poi c’è l’orientamento. Sembra una sciocchezza, ma non è così. In gara è fondamentale sapere sempre esattamente il punto in cui ti trovi, per sapere quali difficoltà troverai immediatamente dopo. Le pre-prove ti servono per costruire i fotogrammi dei brani di un film che devi fissare nel cervello, immagine dopo immagine. Monterai queste sequenze nel modo giusto nelle prove ufficiali per rivederle il giorno dopo, in gara, e offrire un buon spettacolo della tua bravura.”
Ciao, grande Nesti ! I “ruggiti” tuoi e delle vetture che guidavi con eccezionale maestria rimarranno indelebili nella storia di questa specialità.
Per rivivere le sue imprese qualche foto e questo link:
http://www.youtube.com/watch?v=wKHLFdwQpcU
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