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IL MITO DI EURIDICE (1)
16 Feb 2013 20:28
“Euridice, tesoro, come mai piangi così disperatamente?- Preoccupata, Persefone, si avvicinò all’amica in lacrime, inginocchiata sul fosco e pietroso sentiero dissestato di schegge laviche che conduceva alla reggia di Ade.
-Orfeo..lui..lui non mi ha mai amata- Tra i singhiozzi che scuotevano le esili spalle della ragazza fu difficile per l’altra decifrare quelle poche parole; si inginocchiò accanto, noncurante degli strappi che avrebbe potuto procurare al cupo vestito regale.
-Ma è sceso fin qui per riaverti, ha peccato solo nell’impazienza di rivedere il tuo viso-
I singhiozzi non cessavano e le bianche membra della ninfa tremavano tanto da sembrare una foglia in balia di Eolo.
-N-no.. si è voltato cantando.. cantava una canzone scritta appositamente per quel momento.. sapeva di doverlo fare
– Mentre parlava le sue dita affusolate strofinavano impacciate le guance dalla pelle diafana, tremanti. Persefone la guardava tristemente, e sentendosi impotente, optò per l’unica cosa fattibile: cinse delicatamente le sue spalle con le braccia e la strinse a sé come avrebbe potuto fare una mamma con il proprio cucciolo.
-Ti invidio tanto, amica mia..- sussurrò Euridice, stringendosi al suo petto e poggiando il viso nel morbido incavo del suo collo –so che sei tanto infelice, qui, al buio, ma almeno qui hai qualcuno che ti ama e ogni sei mesi torni alla tua terra natia dove c’è tua madre pronta ad accoglierti tra le sue braccia- Tirò su col naso . Persefone sospirò, sentendosi quasi in colpa.
-Ma anche tu hai qualcuno che ti ama, dolce Euridice, forse non come tu vorresti, ma io ti voglio bene con tutto il mio cuore e giuro su quello scellerato di mio marito che farò di tutto per far tornare il sorriso sulle tue splendide labbra-
E ci riuscì: un timido sorriso apparve sulle labbra di Euridice e una sua mano andò a cercar quella dell’amica, facendone intrecciare le dita in una stretta che sarebbe rimasta indissolubile anche se si fossero lasciate fisicamente. Una stretta che univa i loro cuori.
fonti: Apollodoro, Biblioteca I; Virgilio, Georgiche IV, vv.695-796; Ovidio, Metamorfosi, X vv.1-77
professoressa ENZA FERRO
alunna Rachele Lucenti
classe IV B
Liceo Classico Umberto I, Ragusa
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