Dentro il sequestro di Vittoria: la ricostruzione completa di un rapimento lampo

Il rapimento era avvenuto la sera del 25 settembre, poi il rilascio a 24 ore di distanza. Un commando, tre persone, con accento non straniero. Il 17enne è figlio maggiore di una famiglia molto nota a Vittoria. Commercianti nel settore della produzione e vendita di prodotti ortofrutticoli. Una famiglia che viene definita tranquilla. Il ragazzo sarebbe stato chiamato per nome mentre si trovava con alcuni amici in prossimità della sua abitazione; i malviventi gli avevano fatto abbandonare il telefono per evitare possibilità di essere rintracciati con le celle telefoniche prima di farlo salire su una delle due autovetture con cui sono arrivati sul posto. Gli inquirenti avevano scandagliato ogni aspetto della vita privata e lavorativa della famiglia per capire il movente e al contempo acquisendo tutte le immagini degli impianti di videosorveglianza pubblici e privati. Poi la liberazione. Il giovane stava camminando verso casa quando un amico lo aveva riconosciuto; preso a bordo della sua auto, lo aveva accompagnato in Commissariato a Vittoria dove lo attendeva la famiglia che era stata convocata per approfondire la vicenda, per cercare elementi utili alle indagini. La fine dell’incubo intorno alle 21 del 26 settembre. “Devo dare atto a impegno delle forze dell’ordine e procura per avere svolto gli accertamenti necessari nell’immediato. La vicenda presenta ancora dati oscuri sui quali risponderemo compatibilmente alla necessità di non pregiudicare le indagini e cercando di offrire all’opinione pubblica un quadro completo limitatamente al divulgabile in questa fase. Le indagini sono ancora in corso”, aveva detto il procuratore capo di Ragusa, Francesco Puleio affiancato dal sostituto Monica Monego, dal questore Marco Ciambra, dal capo della Mobile Andrea Monaco e dal dirigente del commissariato di Vittoria, Giovanni Arcidiacono. “L’intervento delle forze dell’ordine è stato immediato, la segnalazione è arrivata da uno degli amici del ragazzo – aveva ricordato il questore Marco Ciambra -, ed ha consentito di acquisire elementi importanti da parte della Squadra Mobile e del commissariato di Vittoria. Effettuate attività di controllo del territorio e investigative che hanno acconsentito di acquisire elementi importanti”. Che della vicenda si stia ora occupando la Direzione distrettuale antimafia, potrebbe ricondurre o al pagamento di un riscatto, le cui voci si erano diffuse nella immediatezza, o al coinvolgimento di un gruppo strutturato. Il legale della famiglia, l’avvocato Sebastiano Sallemi aveva escluso categoricamente che per la liberazione del giovane fosse stata pagata una somma  di denaro. “Smentisco categoricamente, nessuna richiesta o segnale di questo tipo né prima né durante, ma dico di più, nessuna avvisaglia di alcun tipo – aveva dichiarato all’Agi -. Abbiamo esaminato con il padre gli ultimi cinque anni della vita aziendale per vedere se vi potesse essere qualche contrasto, qualche elemento di allarme. Nulla. È un’azienda solida che ha rapporti quasi esclusivi solo con la gdo”. Movente e responsabili? “Noi non abbiamo alcuna chiave di lettura, naturalmente prima si verrà a capo di questa vicenda, prima tutta la comunità potrà rasserenarsi. La famiglia del giovane è una famiglia unita, il ragazzo ha un ottimo rapporto con i suoi genitori, di confidenza e dialogo. Confidiamo nel lavoro della Procura e degli inquirenti che hanno agito e continuano ad agire con grande attenzione per cercare di fare chiarezza su quanto avvenuto”. Ora la svolta. 

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