Modica, le geometrie variabili della DC: Cuffaro apre alla Monisteri e smonta la linea intransigente della Aiello alias Abbate

Nel dedalo di alleanze e posizionamenti che animano la politica in queste settimane a Modica, un nuovo capitolo sembra aprirsi con le recenti dichiarazioni di Totò Cuffaro. L’ex governatore, leader indiscusso della Democrazia Cristiana, ha infatti rilasciato ieri un’intervista a Video Regione nella quale sembra smentire, con il consueto pragmatismo della vecchia scuola politica, le posizioni intransigenti espresse dalla segretaria provinciale del partito, Maria Aiello, nei giorni scorsi con le quali metteva alla porta la Monisteri al di là delle stesse intenzioni del Sindaco e dei suoi buoni rapporti col direttivo regionale.

“Stiamo lavorando perché anche a Modica si possa tornare a far valere le ragioni dello stare insieme e soprattutto si possa tutti insieme lavorare perché le istituzioni vengano salvaguardate e si possa, come partito e come amministrazione, lavorare per raggiungere un progetto di bene comune”, ha dichiarato Cuffaro. Parole che, dietro la loro apparente genericità, tracciano un messaggio inequivocabile: il partito non chiude le porte al sindaco Maria Monisteri, anzi, guarda con interesse alla possibilità di mantenere un dialogo aperto con l’amministrazione cittadina.

Dichiarazioni che si allineano perfettamente con quanto dichiarato dalla Monisteri che infatti nella sua nota dichiarava :”nel direttivo regionale della DC ho sempre trovato interlocutori leali, con i quali ho potuto confrontarmi in questi venti mesi di amministrazione in maniera costruttiva e nel pieno rispetto del mandato ricevuto dai miei concittadini“. Come se, ma sia ben chiaro è una nostra supposizione, i due, Cuffaro e Monisteri, si fossero messi d’accordo su cosa dichiarare nel preparare un bel trappolone all’ignaro Abbate. Le dichiarazioni della Monisteri e di Cuffaro, infatti stridono nettamente con le dichiarazioni recenti della Aiello, che lasciava invece intravedere tutta l’irritazione del gruppo vicino a Ignazio Abbate. La linea era chiara: “o con noi o contro di noi”, nessuna sfumatura, nessuna zona grigia. Così se a livello locale il messaggio era inequivocabile, dalla parte occidentale dell’Isola, dove Cuffaro continua a tessere le reali trame del partito, la musica sembra ben diversa. Il leader della DC, infatti, non solo non ha avallato l’aut aut della segreteria provinciale, ma ha lasciato intendere che il sindaco Monisteri non sarà certo messa alla porta senza il suo consenso. E quel consenso, a quanto pare, non è affatto scontato.

Un rapporto mai davvero idilliaco

Per chi segue da vicino le vicende politiche, il raffreddamento dei rapporti tra Cuffaro e Abbate non è certo una novità. Le prime crepe si erano manifestate già tempo fa, quando l’ex sindaco di Modica attendeva un assessorato regionale che non è mai arrivato. Una delusione che si è poi amplificata con le scelte elettorali compiute da Abbate alle ultime elezioni europee, scelte che di certo non hanno incontrato il favore di Cuffaro. E ora, con la crisi politica in atto a Modica, i nodi sembrano arrivati al pettine. La decisione della Monisteri di prendere le distanze dai vertici provinciali ma mantenere buoni rapporti con il direttivo regionale non sembra il frutto di un’incomprensione delle dinamiche politiche come hanno tentato di bollarla gli abbatiani , ma una mossa ben calcolata. Una mossa che oggi trova conferma nelle parole di Cuffaro, il quale, con il suo stile inconfondibile, ha ribadito che nessuno può dettare la linea senza il suo placet.

Abbate, un isolamento pericoloso?

Questa situazione pone Ignazio Abbate in una posizione delicata. Se l’intento iniziale era quello di blindare la DC in provincia di Ragusa e far valere il peso del proprio gruppo, il rischio ora è quello di trovarsi progressivamente isolato. Non tanto a livello locale, dove il suo seguito al momento resta solido, quanto a Palermo, dove si decidono le partite più importanti. L’eccesso di rigidità, le fughe in avanti e un protagonismo eccessivo potrebbero rivelarsi un boomerang. Perché se c’è una regola non scritta nella politica siciliana è che chi tira troppo la corda rischia di restare senza alleati nel momento cruciale. E se oggi il leader della DC tende una mano alla Monisteri, domani potrebbe essere lui stesso a tracciare nuovi equilibri, lasciando indietro chi non ha saputo interpretare il cambiamento dei venti ed ha agito da battitore libero. A Modica, dunque, la partita resta aperta. Ma la sensazione è che gli equilibri interni alla DC stiano prendendo una piega ben diversa da quella immaginata inizialmente. E l’ultima parola, come sempre, spetterà alla politica che conta. Quella che si gioca nei salotti di Palermo, più che nelle segreterie provinciali.

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