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Era senza mascherina, multato uno dei pescatori liberati dalla Libia: “Dopo tre mesi di prigionia, non sapevo delle nuove regole”
30 Dic 2020 09:04
Stando a quanto riportato da Agi, l’episodio si è verificato durante la giornata di ieri, lunedì 28 dicembre. A raccontare quanto accaduto è lo stesso protagonista della vicenda, vale a dire Farhat Jammali, il capo macchina del “Medinea”. L’uomo, di origini tunisine, trattenuto in Libia insieme agli altri 17 membri del peschereccio battente bandiera italiana per ben 108 giorni, era rientrato a Mazara Del Vallo appena la settimana scorsa.
Dopo oltre tre mesi e mezzo, ha spiegato ai microfoni di Agi Farhat Jammali, le regole anti Covid si sono inasprite rispetto a quelle di cui aveva conoscenza, ecco il perché della sorpresa per la contravvenzione subita ad opera delle Fiamme Gialle.
“Stavo fumando una sigaretta con un amico, parlando di quello che avevo visto nelle carceri libiche”, ha spiegato il capo macchina della “Medinea”, “quando è arrivata la Guardia di finanza, dicendomi che dovevano farmi una contravvenzione”. Grande la sorpresa, ha spiegato l’uomo, dato che le norme sono ben differenti rispetto a qualche mese fa. “Quest’estate era permesso fumare una sigaretta nel lungomare e non avevo assolutamente idea di tutte queste novità nei dettagli”.
Al momento delle verifiche, Farhat Jammali era anche sprovvisto dei documenti di identità. Per questo motivo gli uomini delle Fiamme Gialle lo hanno accompagnato fino a casa per poi comminargli una sanzione amministrativa da 180 euro. Inutile tentare di spiegare le proprie ragioni ai militari, ha raccontato il capo macchina del “Medinea”: niente è servito ad evitare la multa. “Li ho implorati di non fare la multa, mi hanno detto che non sapevano nulla della mia storia e che erano obbligati a farla”. Nel verbale che accompagna la sanzione, infatti, i finanzieri hanno segnalato che l’uomo non era “a conoscenza delle restrizioni Covid a causa prigionia”.
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