25 APRILE È SEMPRE

Essere antifascisti, ieri come oggi, significa comprendere il carattere del fascismo quale braccio violento delle classi dominanti, quelle che causano le crisi e che mai ne subiscono gli effetti, usato ad arte per reprimere con violenza squadrista le istanze di chi invece dalla crisi è colpito in pieno. Essere antifascisti oggi significa avere bene in mente che il “superamento delle ideologie” non è che un modo per infiltrare nel popolo in lotta gruppi reazionari con l’obiettivo di spegnere ogni istanza di rivendicazione sociale. Essere antifascisti oggi significa comprendere che la soluzione alla crisi non si ritrova nella lotta tra poveri, ma nell’unione nella lotta contro chi l’ha causata e contro chi punta, con frasi demagogiche di facile effetto, a metterci l’uno contro l’altro. Essere antifascisti oggi significa riconoscere e smascherare i legami tra le classi dominanti e la criminalità organizzata, la comunione di interessi tra politica e malaffare.

Antifascismo, nella crisi economica globale, vuol dire ricordare i presupposti economici e sociali che hanno portato all’avvento dei regimi Nazifascisti in Europa nel secolo scorso, fin troppo analoghi ai tratti che stanno caratterizzando la nostra società in questi tempi.
Significa rifiutare nettamente le risposte date dalle élite di governo, che diffondendo populismo, qualunquismo e demagogia, stimolano paure ed aizzano una lotta tra poveri ( precari contro lavoratori a tempo indeterminato, disoccupati contro sindacati, italiani contro migranti, etc… ).

Antifascismo nel 2014 significa non farsi distrarre da chi fa passare di soppiatto politiche di governo che calpestano e disintegrano i NOSTRI DIRITTI con misure di austerity, con la precarizzazione del lavoro, con lo sfruttamento di persone e territori.

Anche la nostra città, dove la Memoria ha sempre svolto un ruolo centrale nel tessuto sociale, non è stata esente da tutto questo. Nell’immobilismo generale delle coscienze, il germe dell’anti-politica favorisce il diffondersi di idee fasciste (ricordate il progetto della statua di Pennavaria? dimenticate l’obrobrio del museo L’italia in in Africa?), qualunquiste e razziste, con la complicità nemmeno troppo velata di parte della classe politica locale.
Crediamo sia giunto il momento di fermare tutto questo e invertire la rotta. Vogliamo che il 25 Aprile sia il giorno del risveglio, il giorno in cui Ragusa si riprenda ciò che piano piano le è stato sottratto: Memoria storica e Rispetto per i diritti di tutti.
Memoria storica per un passato di Resistenza antifascista contro politiche e pratiche di odio e prevaricazione sociale. Rispetto per i Diritti e le Libertà di tutti coloro che vengono denigrati ed emarginati dalle nuove politiche e dal sistema economico: Gay, Lesbiche, Migranti, Famiglie, Lavoratori, Precari, Studenti, Disoccupati, Non abbienti, Senza Casa.

La resistenza continua, 25 APRILE È SEMPRE.

 

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