Violenza contro le donne, la Pastorale della Salute: “Una violazione dei diritti umani”

La violenza contro le donne “rappresenta un importante problema di sanità pubblica, oltre che una violazione dei diritti umani; essa ha effetti negativi a breve e a lungo termine, sulla salute fisica, mentale, sessuale e riproduttiva della vittima. Fra le conseguenze ricordiamo: isolamento, incapacità di lavorare, limitata capacità di prendersi cura di sé stesse e dei propri figli. Inoltre, i bambini che assistono alla violenza all’interno dei nuclei familiari possono soffrire di disturbi emotivi e del comportamento.

Gli effetti della violenza di questo tipo si ripercuotono sul benessere dell’intera comunità ed è pertanto necessaria una continua opera di formazione e sensibilizzazione delle coscienze”. È quanto afferma il direttore dell’ufficio diocesano per la Pastorale della salute di Ragusa, il sacerdote Giorgio Occhipinti, riprendendo una nota dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei, diffusa in vista della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che ricorre oggi 25 novembre. Secondo il rapporto dell’Oms la violenza contro le donne rappresenta “un problema di salute di proporzioni globali enormi”.

Papa Francesco, in Amoris Laetitia, si legge ancora nella nota, “ha sottolineato come tale violenza sulle donne sia una forma di ‘codardo degrado’, e che la ‘violenza verbale, fisica e sessuale che si esercita contro le donne in alcune coppie di sposi… contraddice la natura stessa dell’amore coniugale’”. Di qui l’esortazione conclusiva: “Ascoltare e cogliere i segnali, non lasciare sole le donne, aiutare a denunciare e ad uscire da situazioni complesse… ogni operatore, ogni professionista, ogni cappellano, può essere quella mano tesa che aiuta, accompagna, accoglie”.

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