Vinciguerra sui rallentamenti nella raccolta differenziata a Vittoria

“Quella che si sta consumando in queste ore è l’ennesima dimostrazione dell’incolmabile divario venutosi a creare tra la realtà che la commissione prefettizia vorrebbe rappresentare e la drammatica situazione che, invece, vive la città di Vittoria, orfana di una guida politica frutto di legittima rappresentanza popolare”. Così Alfredo Vinciguerra, responsabile cittadino di Fratelli d’Italia, commenta i problemi registratisi nel servizio di raccolta differenziata durante le  giornate di mercoledì e giovedì.

“Assistiamo esterrefatti- afferma ancora- a comunicati sensazionalistici che annunciano dati strabilianti in merito al futuro della differenziata, mentre da oltre un mese si verificano sempre più evidente ritardi nella raccolta dei rifiuti.  Il  ‘duo’ prefettizio, ormai orfano di un componente per non precisati motivi, dovrebbe spiegare alla città prima di tutto perché dal proprio insediamento, in materia di rifiuti e tanto altro, ha utilizzato le stesse procedure che hanno determinato lo scioglimento, poi, districata questa matassa, dovrebbe spiegare i motivi dei ritardi e chiedere umilmente scusa alla città per i disservizi che di giorno in giorno Vittoria è costretta a subire”.

“Per la prima volta dall’avvio della raccolta differenziata- dichiara Vinciguerra- buona parte della città si è svegliata con la carta ancora fuori dal portone, già lì da oltre 24 ore ed ora in compagnia del rifiuto organico di turno. Il dato assume maggiore rilevanza se accostato all’ennesima inspiegabile e rocambolesca scelta operata dai commissari di ‘silurare’, dopo svariate rotazioni, alcuni dirigenti del comune, gravando i pochi superstiti di settori tecnici che, nonostante le loro note competenze, certamente richiederebbero una specifica e più mirata attenzione. Il tutto nell’assordante silenzio di certa politica che ha auspicato e celebrato lo scioglimento, la stessa politica che aveva nella sua agenda quotidiana comunicati, foto e video pronti a riprendere anche la minima e comunque interpretabile sbavatura dell’avversario politico.”

 

 

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