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Uno studio: 185 persone innocenti negli USA condannate a morte. Errori della polizia e false dichiarazioni come cause
20 Feb 2021 11:48
La pena di morte è ancora in uso in alcuni stati degli Stati Uniti. È particolarmente tragico quando si verificano errori e di conseguenza lo Stato uccide persone innocenti. Secondo un’indagine del Death Penalty Information Center, 185 persone negli Stati Uniti sono state condannate a morte dal 1973, nonostante fossero innocenti. Il rapporto con i numeri spaventosi è stato presentato giovedì a Washington.
La polizia e i pubblici ministeri sono responsabili dei motivi più frequenti di errori di valutazione. Anche lo spergiuro e le false dichiarazioni sono spesso problematici.Robert Dunham, direttore del Death Penalty Information Center, ha detto che ci si dovrebbe chiedere se ci si può fidare dello stato per emettere condanne a morte. La Florida è il triste leader delle statistiche: 30 persone sono state condannate a morte lì, ma che sono state successivamente dimostrate innocenti. È seguito dall’Illinois con 21 e dal Texas con 16 innocenti.
L’Illinois aveva annullato la pena di morte nel 2011 proprio per questo problema.Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato più volte di essere contrario alla pena di morte. La scorsa settimana diversi gruppi per i diritti umani hanno chiesto a Biden di inviare all’ergastolo 49 detenuti condannati ai sensi della legge nazionale. Oltre 1.500 persone sono state giustiziate negli Stati Uniti dagli anni ’70.
Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, lo studio dimostra come l’infallibilità dei giudici non è che un mito poichè gli uomini sono condannati all’errore, e i giudici, sono uomini. L’errore giudiziario diventa sempre meno un episodio isolato per diventare un fenomeno collettivo, che può minacciare qualsiasi individuo del corpo sociale.
La fretta nelle indagini, l’eccessiva fiducia accordata ai testimoni non sempre attendibili, la troppa importanza data alle presunzioni di colpevolezza e agli indizi sono tra i fattori che predispongono all’errore, ai quali va ad aggiungersi la pressione esercitata dall’opinione pubblica che desidera ad ogni costo trovare un colpevole, anche in mancanza di certezze irrefutabili.
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