UNA BELLA E COMMOVENTE IDEA, ABBANDONATA E DI FATTO TRADITA

Ma quella pianta non esiste più. In tantissimi l’avremo vista almeno una volta passeggiando nella grande piazza in riva al mare di Marina di Ragusa.

Una florida pianta di Punica granatum, quello che noi siciliani chiamiamo “rranatu” e gli italiani chiamato melograno che era stata piantumata in una delle aiuole della Piazza insieme ad una tabella in plexiglass che spiega il perché. Una tabella sistemata a cura del Lions Club di Ragusa l’undici settembre del 2002, a ricordare il primo anniversario della strage terroristica, scrivendo che nell’occasione si era deciso di piantare una pianta di melograno “simbolo di fertilità, solidarietà e pace”. L’iniziativa fu quindi, ora sono esattamente dieci anni, di un club service privato, al quale andò all’epoca un plauso che rinnoviamo in questa occasione. Utilizzando un terreno pubblico dietro autorizzazione – supponiamo – dell’amministrazione comunale.

Ma adesso sono trascorsi dieci anni e mentre la tabella in metallo e plexiglass, per quanto sporca ed impolverata (una mano pietosa, e lo si capisce dalla nostra foto che pubblichiamo, ha tolto una spessa coltre di polvere proprio con le dita), è ancora al suo posto a ricordarci il significato della iniziativa del Lions, dell’albero di melograno (in realtà un cespuglio che fino a sicuramente lo scorso anno era cresciuto fino a circa un metro d’altezza ed altrettanto di larghezza, nella tipica forma che il granatum assume in natura, tipicamente arbustivo, appunto) rimane una labile traccia, ovvero un piccolo tronco contorto e bruciato.

Appare evidente che, per rispetto principalmente alla nobile iniziativa del Lions, al club stesso, e alla popolazione tutta ed ovviamente alle vittime di quella orribile strage americana, il melograno morto (e ci può stare, tenuto anche conto che per quanto rustica, quella pianta non è propriamente adatta a crescere in riva al mare) debba essere immediatamente sostituito.

Ovviamente con altra pianta della stessa specie, per non venire meno alla intenzione mostrata dal club service ragusano, e per perpetuare il messaggio simbolico di pace e solidarietà. Consiglio, non potendo riportarla per motivi di spazio, di leggere la poesia incisa sulla lastra trasparente del monumento marinense, la bellissima poesia in vernacolo del professore Salvatore Vicari.

 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it