Un numero che salva la vita: è il 1522, un aiuto nei casi di abusi

Alla vigilia del funerale di Rosalba Dell’Albani, uccisa il 4 marzo scorso dal cognato, che si terrà domani a Giarratana cittadina teatro del femminicidio e l’arresto di Vittoria, di cui si ha notizia oggi, operato dai carabinieri a carico di un uomo che avrebbe tentato di uccidere la vittima con una piccozza, si accendono i riflettori sulla problematica della violenza, piaga in una società dove i maltrattamenti hanno preso la deriva dell’abitudinarietà. Che fare allora?

Telefonare al 1522 o rivolgersi ad un Cav

Quattro cifre appena: 1522. E’ il numero da tenere in mente. E’ il numero nazionale antiviolenza e stalking che raccoglie giornalmente le chiamate provenienti da ogni parte d’Italia. Un numero che ogni donna dovrebbe conoscere e mai dimenticare oltre a sapere che, capillarmente nella penisola, esistono i Cav, i centri antiviolenza con servizi attivi 24 ore su 24. In una società dove la violenza sta superando i limiti, dove ogni giorno si contano vittime ed abusi è opportuno conoscere un percorso salva-vita. Nello scorso 2022, secondo i dati Istat, al numero di telefono 1522, gestito dal 2020 da “Differenza Donna”, sono pervenute per ogni trimestre 12mila chiamate, di queste 7mila sono risultate valide. Il servizio ha assicurato e continua ad assicurare la presenza, dall’altro capo del telefono, di operatrici capaci di rispondere in 11 lingue diverse. L’interlocuzione avviene con persone specializzate in violenza di genere con esperienza nei centri antiviolenza e nelle case rifugio, con avvocate civiliste e penaliste e con mediatrici linguistico-culturali.

Una telefonata al 1522 o un contatto diretto con i centri antiviolenza può salvare una vita

L’ambiente domestico è il luogo dove si registrano i maggiori casi.
E’ fra le mura di una casa che si annidano i pericoli più gravi ed immediati anche se, a volte, la vittima difficilmente riesce ad interpretarli nella giusta gravità. Sono quelli per i quali l’urgenza dell’intervento è fondamentale con il ricorso a case rifugio e sono quelli per i quali l’ascolto e l’accompagnamento si rivelano utili a fermare l’evento estremo. Ecco perchè oggi è fondamentale creare reti di ascolto ma anche momenti di promozione di una nuova cultura, quella dell’antiviolenza, del contrasto all’abuso. Una cultura che deve individuare forme di aiuto, che deve stimolare la fiducia nella denuncia che non sarà mai fine a se stessa, che deve aiutare a riprogrammare, in ogni potenziale vittima, il proprio futuro, aiutandola a riconquistare la libertà magari ricorrendo all’unico sentimento che aiuta l’uomo a non perdersi nel tunnel della depressione e della disperazione, quale quello del sogno. E ben sappiamo che il sogno è libertà.

Di dati ufficiali del 2021, un anno appena concluso.

Secondo i dati del Viminale raccolti dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale, tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2022 in Italia si sono registrati 301 omicidi, con 120 vittime donne: 97 di loro sono state uccise in ambito familiare o affettivo, di queste 57 hanno trovato la morte per mano del partner o ex partner. A ciò, sono sempre i numeri del Viminale, c’è un aumento degli omicidi rispetto al 2021 che da 287 sono passati a 300 con un +5 per cento e quello delle vittime di genere femminile, che dai 114 del 2021 sono passati a 120 nel 2022 con un +4 per cento.

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