UN MANIFESTO ELETTORALE CHE INVITA A VOTARE PER I SICILIANI. MA NOI NON CI SIAMO

Va bene che siamo da sempre (certamente almeno da settecento anni) la famosa “isola nell’Isola”, ma trattarci così non mi sembra proprio il caso. Naturalmente scriviamo queste note solo per sorridere e fare sorridere (non sono tanti i motivi per farlo, almeno di questi tempi, ma noi ci proviamo lo stesso). Ma certamente a guardare il manifesto che l’MPA – Partito dei Siciliani ha fatto affiggere nella nostra città si rimane non poco straniti.

Come si può osservare dalla foto scattata nella parte alta del Viale Europa a Ragusa, il partito del Presidente Raffaele Lombardo ha utilizzato uno slogan accattivante quale “una terra che produce”, ed un logo che a me piace: tondo con la scritta il Partito dei Siciliani (scritto in grassetto) e sottostante la colomba e la sigla MPA.

Peccato che la sagoma della Sicilia utilizzata nel grande manifesto venga evidentemente troncata, mutilata, invalidata, ridotta, naturalizzata. Anche i bambini conoscono la sagoma geografica della maggiore isola del Mediterraneo, proprio perché è facile da ricordare, trattandosi di una isola dalla particolarissima forma a triangolo che l’ha collocata nell’immaginario collettivo dalla mitologica epoca greco arcaica. E quella riconoscibilissima forma della Triscele nel manifesto dell’MPA è invece tagliata, e non in un punto qualsiasi, altro che. Il taglio coincide quasi perfettamente con l’attuale (ancora per quanto) provincia di Ragusa, rimanendo “salve” dal taglio degli autonomisti solo Monterosso e Chiaramonte, forse Giarratana.

Un errore? Un segnale preciso? Chi firma propende per la prima ipotesi (conosco molto bene i pubblicitari creativi, sovente tanto creativi quanto poco informati). Chi è invece malpensante, e nella mia città trattasi di categoria sommamente diffusa, potrebbe pensare alla solita “attenzione”, invero molto particolare, che il medico di Grammichele da sempre riserva alla nostra città e alla nostra provincia.

Ma se gli elettori ragusani (si intende almeno quelli orientati a votare l’MPA) si dovessero accorgere di questo sgarbo, quantomeno del taglio, e dovessero pensare che di precisa indicazione si tratti, ovvero del dire e non dire che la Sicilia è tutta tranne una parte, e i conseguenza volessero lanciare il messaggio di risposta non andando a votare o peggio votando per altri? Allora il danno sarebbe grave quantomeno per i dirigenti locali del movimento creato da Lombardo (che, a pensarci bene, da un po’ di tempo non parla più di autonomia). Viva la Sicilia unita e libera! Viva i Siciliani!

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