UN AVVENTO VERO PER UN NATALE SANTO, GLI AUGURI DI MONSIGNOR STAGLIANO’, VESCOVO DI NOTO

Il Vescovo di Noto, Monsignor Antonio Staglianò in una lunga nota, augurando un felice e sereno Natale, spiega l’importanza di un Avvento vissuto in modo vero e profondo.

Sant’Agostino parlando con gli scettici diceva che c’era un’ignoranza effettiva sul concetto di “tempo”, che in realtà non è definibile neanche come concetto, ma come qualcosa di disponibile a essere vissuto: “L’avvento è un tempo della nostra vita, meglio, è un tempo per la nostra vera vita” spiega Monsignor Staglianò e ancora: “Il tempo di Avvento non è semplicemente un certo numero di giorni che ci portano diritti al Natale, lo è anche, liturgicamente; piuttosto è attesa di un accadimento che cambi la qualità del nostro tempo e lo renda finalmente tempo umano.”

Il Vescovo di Noto fa poi un accenno all’emergenza economica che il mondo e l’Italia stanno attraversando: “Nella transizione di questa crisi finanziaria che sta facendo tremare un po’ tutti, rischia di ingrandire questo ripiegamento su se stessi, approfondendo nell’animo di ogni persona la tendenza sociale alla desolidarizzazione, alla indifferenza del più povero e del più disagiato. Insomma l’egoismo del narcisista e dell’edonista si offende alla sola idea che è necessario per tutti abbassare lo standard di vita, inoltrarsi verso uno sviluppo sostenibile e un commercio equosolidale. In questo vortice, però, il tempo umano si perde e nulla si attende, nemmeno un “futuro migliore”, impantanati come si è nell’attuale presente, preteso eterno.”

Ecco l’importanza dell’Avvento che chiede che il tempo parli il linguaggio della speranza, dell’utopia: interrompe così la catena egoistica degli affari da proteggere e sviluppa dinamiche opposte, quelle del dono generoso, dell’apertura fraterna, del servizio umile e silenzioso, della carità. L’attesa orienta la direzione del cuore.

“La fede cristiana – spiega ancora Staglianò – nel tempo dell’Avvento provoca l’attesa dell’uomo a proiettarsi su cose importanti, essenziali, profonde, divine, sulla nascita di un bimbo a Natale. L’Atteso, per i cristiani ha un nome, Gesù il Salvatore, ha una storia, ha un messaggio di liberazione, di vita, porta una promessa di felicità. Attendiamo perché avvenga la gioia desiderata dal nostro cuore inquieto e attendiamo nelle fatiche di ogni giorno, senza stancarci mai.”

Monsignor Staglianò infine invita i parrocchiani della Diocesi di Nota, ma non solo, a praticare degli “sercizi spirituali”, che potrebbero essere ad esempio leggere e meditare insieme ad altri la Lettera pastorale sulla misericordia scritta dallo stesso Vescovo poco tempo fa oppure proporre suggerimenti  per superare certa “fede morta” che vuole affermarsi come fede senza le opere, che si esprime come ascolto della Parola di Dio senza nessuna pratica e che si manifesta come celebrazioni rituali dentro il tempio senza nessuna missione per le strade degli uomini.

Per i cristiani cattolici della domenica  inoltre non dovrebbe bastare “andare a Messa” per obbedire al comandamento di Dio che chiede di “santificare la festa”, ma sarebbe utile tracciare un elenco di “opere di misericordia corporali” ,sempre insieme ad altri, che nella parrocchia, tutta la comunità cristiana dovrebbe vivere per onorare realmente il comandamento del Signore e restare all’altezza della grazia eucaristica ricevuta nel sacramento del Corpo e del Sangue di Cristo, del dono della sua vita per amore.

“E allora – continua il Vescovo – armiamoci di coraggio per combattere la buona battaglia della fede in questo Avvento. E’ una battaglia che si fa non contro i mulini a vento, ma contro il male che affligge in tutti i settori della società gli uomini e le donne di oggi.. Tocca ora a noi, per dare qualità umana al nostro tempo. Certo che è difficile l’impresa dell’amore cristiano! Non è però impossibile. Non siamo soli. Lo Spirito del Risorto è in noi. E’ Lui che ci educa ad attendere bene e a gustare l’Avvento come tempo per insistere con maggiore energia nell’educazione alla misericordia: purché non si trasformi la misericordia in dottrina, ma piuttosto cominci a diventare stile di vita, costume giornaliero, ethos civile, utopia del futuro che già viene, mentre il Figlio della misericordia avviene e ci accompagna nel nostro cammino di viandanti verso la Patria celeste.

Perciò in questo Avvento non smetteremo di pregare di giorno, e possibilmente anche di notte, perché a nessuno si proibisce di fare qualche preghiera svegliandosi di notte e a nessuna parrocchia cattolica si proibisce di organizzare qualche adorazione notturna: mostraci o Padre la tua misericordia.”

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it