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Un arancino da 6 milioni di euro. La creazione provocatoria di chef Rosario Umbriaco
24 Nov 2024 15:29
Un arancino attaccato al muro con un nastro adesivo: così lo chef ennese Rosario Umbriaco ha voluto provocare e omaggiare la celebre “banana” di Maurizio Cattelan, l’opera d’arte contemporanea che ha fatto scalpore negli ultimi anni e che, proprio di recente, è stata venduta all’asta per l’incredibile cifra di 6,2 milioni di dollari. L’acquirente, un imprenditore cinese e fondatore di una piattaforma di criptovalute, ha trasformato la banana in uno dei pezzi d’arte più costosi e discussi di sempre, simbolo di un mercato dell’arte sempre più astratto e lontano dalla quotidianità.
Con la sua rivisitazione, Umbriaco ha voluto ironizzare su questa realtà, utilizzando un arancino, simbolo per eccellenza della tradizione gastronomica siciliana. Un gesto provocatorio, ma anche profondamente identitario: se una banana può diventare arte da milioni di dollari, perché non un prodotto che racchiude storia, cultura e qualità del territorio?
Rosario Umbriaco, nato a Enna nel 1974 in una famiglia di ristoratori, guida oggi la storica “Tavola Calda Europa”, fondata dal padre Francesco Paolo. Il suo nome è da tempo legato agli arancini, che lo chef ha trasformato in ambasciatori della gastronomia siciliana nel mondo. Famoso per l’attenzione alla qualità e alla tradizione, Umbriaco utilizza ingredienti locali come lo zafferano e il Piacentinu ennese DOP, il riso di Leonforte e la mortadella d’asino di Chiaramonte Gulfi, rendendo i suoi arancini unici e riconoscibili.
Tra le sue creazioni più apprezzate c’è l’arancino a doppio strato con fonduta di Piacentinu ennese, brevettato nel 2013, che gli ha valso numerosi riconoscimenti e il titolo di “Ambasciatore della gastronomia ennese nel mondo”. Non sorprende, dunque, che proprio un arancino sia stato scelto per questa provocazione artistica.
Umbriaco, che nel 2024 è stato insignito del titolo di Cavaliere per il suo contributo alla valorizzazione del patrimonio agroalimentare siciliano, spiega il senso della sua opera: «L’arte non deve essere per forza distante o incomprensibile. Un arancino rappresenta tanto per noi siciliani: tradizione, identità e qualità. Se una banana può essere venduta per milioni, anche un arancino merita il suo spazio in un museo».
La provocazione di Umbriaco, che sta già facendo discutere, vuole essere un invito a riflettere: nel mondo contemporaneo, il valore artistico non può prescindere dal legame con il territorio e le sue radici. Forse il prossimo capolavoro da milioni di dollari potrebbe davvero essere un arancino.
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