È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
TURISMO, MATERIA SPINOSA
03 Apr 2013 13:42
Raramente un argomento si adatta così bene alla nostra rubrica Ficupala, il turismo così gradevole, dolce, succulento, sogno per milioni di persone, ma anche materia assai delicata e spinosa per tutti quelli che se ne occupano, a vari livelli.
Per queste sue caratteristiche molti sono portati ad occuparsene, quasi tutti hanno la ricetta giusta al momento giusto per il posto giusto, in nome del turismo sono stati dilapidati milioni con esiti quanto mai incerti. Ai tempi della prima repubblica, il turismo era nelle mani degli enti preposti e, relativamente ai periodi, le strategie che si adottavano erano più che sufficienti in termini di promozione. Cambiati i tempi, e passati alla seconda repubblica, c’è stata l’esplosione del turismo di massa e il conseguente boom di comunicazione e promozione turistica che, al passo con la moderna linguistica tecnica, si è evoluta in promozione del territorio per diventare, una volta trattata dalle ‘eminenze’ della materia, marketing del territorio. Per dirla in parole povere, sempre pubblicità è.
Agli inizi della terza repubblica la crisi ha fatto trovare svuotate le casse degli assessorati che si occupavano di turismo e, ora, tutti i nodi vengono al pettine, perché in passato le spese per il turismo si sbandieravano come investimenti per il territorio ma, purtroppo, nella maggior parte dei casi, si sono rivelate solo a fondo perduto, per l’ebrezza di un mandato, per l’ubriacatura fugace d un amministratore.
La conferma di quanto detto si è avuta di recente, in occasione del decimo anniversario del riconoscimento Unesco, in occasione del quale, invece di tracciare un bilancio e sfornare i risultati di dieci lunghi anni di sfruttamento del provvidenziale titolo a livello mondiale, al pari di una banca che sforna, annualmente i risultati della gestione, rimettendosi al giudizio degli azionisti per rinnovare la fiducia negli amministratori, si è provveduto ad organizzare una festa convegno, peraltro indetta a sei mesi dalla data del riconoscimento ufficiale, avvenuto, nel mese di giugno del 2002, nel corso della 26ª sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO tenutasi a Budapest. Nel corso della manifestazione, per bocca di pur eccellenti amministratori, è venuta fuori una costante: la necessità di trovare una comunione di intenti per la gestione di un sito molto ampio, quale quello del Sud-est Patrimonio Mondiale dell’umanità, che tocca l’intera area della Sicilia sud orientale. Si è parlato, senza mezzi termini, di “errori commessi in questi dieci anni”, con l’auspicio di rilanciare il percorso per raggiungere l’obiettivo dello sviluppo del Val di Noto, specificando che quello doveva essere “un momento di riflessione non tanto sugli errori, ma piuttosto su ciò che avremmo potuto fare e non abbiamo fatto”. “Quello che è mancato in questi anni è stata una strategia comune, nel senso di valutare cosa possiamo fare per la valorizzazione concreta del sito”.
Inutile dire di più, per non sollevare inutili e sterili polemiche che non risolverebbero la situazione, costituendo solo atto d’accusa per quanti, ufficialmente, si sono occupati di turismo dalle nostre parti.
Come si diceva, all’inizio della terza repubblica si sono trovate le casse vuote, Stato e Regione hanno tagliato i trasferimenti, non ci sono soldi per le necessità improcrastinabili, il turismo può aspettare. Sono finiti tempi gloriosi delle Borse del Turismo con sfavillanti scenografie e buffet con i migliori prodotti tipici del territorio, anche se, talvolta, mancava adeguato materiale illustrativo, cartaceo o digitale.
Prima la gloriosa Azienda per il Turismo, a seguire l’Assessorato Provinciale e quelli comunali, hanno costituito, per anni, la mammella da cui si sono nutriti decine di pseudo esperti del marketing e della promozione turistica, per iniziative spesso inconcludenti e improduttive per il territorio, quelle spese a fondo perduto spacciate per investimenti, di cui si parlava prima.
Esaurito il latte, non a caso, scomparsi anche gli assessorati, per i contemporanei commissariamenti, c’è la totale assenza di qualsivoglia iniziativa di carattere turistico, con indecifrabili conseguenze che, fra non molto tempo, si dovrebbero avvertire, attutite solo virtualmente dalla persistente crisi che non li farà risultare evidenti.
Ma all’orizzonte, per ora minuscolo come un aereo in avvicinamento alla pista di atterraggio, si intravede una pericolosa occasione di spreco, proprio in materia di turismo.
Come si sa, si susseguono le riunioni in vista dell’apertura dell’aeroporto di Comiso, data ormai per imminente. Si vuole evitare di lasciarsi andare a facili commenti, per quella che pare una gestione dell’apertura alquanto incerta, approssimativa e poco professionale, con una miriade di attori che emettono comunicati e dichiarazioni sulle attività aeroportuali più disparate, senza che ci siano certezze consolidate. Si parla di una apertura per fine maggio, non si comprende, confortati anche da pareri di persone esperte nel settore, come ci possa essere una piena operatività dei voli già dal mese di giugno, si ipotizzano, ma non esiste nessuno studio concreto o piano di fattibilità, improbabili strategie di promozione del territorio, indispensabili, fra l’altro, per la stipula di accordi con i vettori, tutto questo, sempre prima dell’estate.
E gli esiti della ultima riunione con sindaci e amministratori del territorio e dell’hinterland, invero assai pochi, lasciano molto perplessi: si chiede, per voce del Sindaco della cittadina casmenea, quale aiuto può venire dal territorio per dare una risposta ad alcune compagnie aeree, in particolare l’Airone, che sembrano intenzionate ad venire a Comiso, per attivare dei collegamenti aerei occorre che si faccia della promozione per richiamare quanti più passeggeri possibili su questa tratta ipotetica che dovrebbe portare in Sicilia e a Comiso in particolare.
Per restare in tema ai contenuti della riunione, sono emerse, nella stessa sede, diverse perplessità, alcune delle quali, sollevate dal Sindaco di Vittoria e dal neo Commissario della Camera di Commercio, assai pertinenti e condivisibili. Disponibilità, naturalmente, assicurata da tutti ma a condizione che si abbia una idea precisa di cosa fare, E questo, già, non è poco né si può formalizzare su due piedi.
Occorre un piano dettagliato degli interventi che, a quanto pare, ancora non c’è, né esiste una figura professionale identificata a redarlo, per determinare le eventuali cifre da riservare all’operazione.
A questo proposito, il Sindaco Alfano ha tirato fuori la possibilità di un contributo di circa 1.000 euro a Comune e ciò, da solo, costituisce l’indice della totale approssimazione entro cui ci si muove.
Per la promozione è quanto mai sbagliato stabilire prima quanto si può spendere, perché, come ci hanno insegnato gli americani, da circa un secolo, in promozione, quindi in pubblicità o si riesce o si può fare quello che serve ed è giusto, oppure sono soldi buttati al vento. Per un determinato obiettivo, se serve 100 si deve spendere 100, perché non è che spendendo 80 si raggiunge l’obiettivo all’80 %. Si spreca solo tutto il 100. Questo è un principio basilare della tecnica pubblicitaria. Fra l’altro, per una promozione che deve essere rivolta nel resto d’Italia e all’estero, con quelle cifre, ancorché impinguate dal sostegno prevedibile di altri enti pubblici e di qualche privato, si possono solo inviare cartoline illustrate, a meno che non si voglia fare promozione del territorio, come avvenuto in passato, sulle emittenti locali e sulle pagine locali dei quotidiani.
Fra le altre cose non si dovrà cadere nell’assurdo, come avviene spesso per gli spettacoli, di rivolgersi ad agenti locali che poi acquistano da altri agenti quello che si potrebbe acquistare, anche a prezzi inferiori, direttamente alla fonte.
E’ stata anche fatta emergere l’intenzione della Soaco di chiedere aiuto ai Comuni, senza voler intaccare i fondi di riserva, destinando quello che c’è in cassa alle preventivate perdite dei prossimi tre anni di gestione. Si è fatta rilevare anche l’assenza del socio di maggioranza, la Sac di Catania, di cui si sconoscono ufficialmente le reali intenzioni di supporto allo start-up dell’aeroporto.
L’unica entità teoricamente abilitata a trattare la materia, il Distretto Turistico, è venuta fuori co la proposta dell’aumento della tassa di soggiorno da destinare (non si è capito se tutta o in parte) per l’incentivazione delle compagnie, cosa questa che pare eccessiva a scapito di altre utility per il turismo che non è e non sarà solo aeroporto di Comiso, come non sono stati e non sono il Porto di Pozzallo e il Porto Turistico di Marina di Ragusa, che sicuramente hanno arricchito l’offerta turistica del territorio ma non possono costituire unico polo di attrazione delle misure di carattere turistico.
Ma quello che lascia maggiormente perplessi non è il metodo di approccio alla questione, in ogni caso assai approssimativo, ma il problema in sé, se sia opportuno, cioè, provvedere a una promozione del territorio su richiesta e in funzione di vettori i quali, non è stato specificato, non voleranno solo per portare gente esclusivamente sul nostro territorio, o comunque su quelli che hanno contribuito, ma potrà atterrare su Comiso, anche per comodità di orari disponibili, per trasportare comitive di turisti diretti ad Agrigento, Piazza Armerina o perché no, anche sull’Etna.
Motivo per cui va pianificata una promozione, ad uso esclusivo del territorio e dei suoi operatori, di cui potranno beneficiare anche i vettori, ma senza vincoli e senza dimenticare, come detto, che dal 30 maggio il turismo in provincia non sarà solo aeroporto.
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