È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
TUCCIO MUSUMECI E MARCELLO PERRACCHIO TORNANO AL GARIBALDI
22 Apr 2010 19:45
Loro hanno aperto la stagione di prosa della Stagione 2010 della Fondazione Teatro Garibaldi, con un esordio oltremodo apprezzato, e loro la chiuderanno in bellezza, con un testo teatrale tra i più fortunati della commedia italiana. Tuccio Musumeci e Marcello Perracchio torneranno a calcare il palcoscenico del Garibaldi lunedì 26 aprile 2010 alle ore 21 con “Classe di ferro” di Aldo Nicolaj. Lo spettacolo sostituisce, senza variazioni di data, “Niente sesso, siamo inglesi”, originariamente previsto nel cartellone della Stagione e annullato all’ultimo momento dalla compagnia. L’ormai inseparabile coppia formata dal mattatore Tuccio Musumeci e dall’amatissimo attore modicano Marcello Perracchio, affiancata da Alessandra Cacialli, per la regia di Nicasio Anzelmo, ha debuttato con “Classe di Ferro” al Teatro Brancati di Catania lo scorso 14 aprile, con uno straordinario successo. Lo spettacolo tratto dal testo di Nicolaj del resto non ha smesso di riscuoterne, sin dalla sua prima rappresentazione nel 1974. “Classe di ferro” si presenta come un’estrema ricerca di una nuova terra promessa, un protendersi verso un ricordo nostalgico di una gioventù passata e sempre rimpianta. Due anziani, Libero Bocca (Tuccio Musumeci) e Luigi La Paglia (Marcello Perracchio) nella noia giornaliera della loro esistenza di gesti e azioni ripetute oramai da anni, uniti dalla miseria della loro vita affettiva, soli e trascurati dalle loro famiglie, diventano amici dopo essersi incontrati, casualmente, nel parco dove trascorrono le loro giornate. Seduti sulla panchina di quel parco iniziano a confidarsi nostalgie, gioie del passato e quotidiani dispiaceri, e su quella stessa panchina si incontrano e si scontrano con le loro idee e soprattutto con le loro paure, prima fra tutte quella di finire rinchiusi in un ospizio. Ed è proprio per la certezza di essere rinchiuso in un ospizio che scatta in uno, la disperazione e la ribellione, nell’altro la solidarietà per l’amico. Decidono così di fuggire con i loro risparmi creandosi mentalmente un mondo fantastico in cui la loro età non ha più confini. I loro due differenti caratteri, più schivo il primo, più socievole il secondo, elemento di scontro nel confronto inevitabile sulla visione della vita, li porta però nella difficoltà ad unirsi per lo scopo comune di ritrovare la libertà perduta. Tra i due si staglia la figura di un’anziana maestra, Ambra (Alessandra Cacialli), verso la quale indirizzano la loro misogina complicità, che amalgama e divide, in una continua provocazione, i loro discorsi diluiti nel tempo trascorso sempre seduti su quella panchina. Uno spettacolo “leggero”, tra l’ironia e l’amara comicità.
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