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Truffa telefonica a Ragusa ai danni di un’anziana: sequestrati 63mila euro
16 Ago 2025 10:12
Un semplice SMS, con il nome dell’istituto bancario accanto al messaggio: “Il bonifico da 4.900 € dal tuo c/c è stato disposto. Se non hai eseguito tu l’operazione telefona subito al numero…”. È così che una pensionata di Ragusa è caduta nella rete di abili truffatori. Lo spavento iniziale, la chiamata al numero indicato e la voce rassicurante di un finto operatore di banca hanno fatto il resto.
Convinta che i propri risparmi fossero in pericolo, la donna è stata manipolata fino a credere che l’unico modo per metterli al sicuro fosse trasferirli su un altro conto corrente.
Il ruolo dei Carabinieri nella truffa telefonica
Pressata telefonicamente per decine di minuti, la vittima si è recata in banca e, nonostante i dubbi sollevati dagli operatori di sportello, ha disposto un bonifico urgente da 63.000 euro. Tornata a casa, però, un sospetto l’ha portata a contattare i Carabinieri di Ibla. Scoprendo che il presunto militare con cui aveva parlato non esisteva, la donna ha compreso di essere stata truffata e si è recata immediatamente alla Compagnia di Ragusa per denunciare l’accaduto.
Sequestro e restituzione dopo la truffa telefonica
L’intervento tempestivo dei Carabinieri della Stazione di Ragusa Principale è stato decisivo: grazie alla collaborazione con gli uffici antifrode della banca e dell’Ufficio Postale di Napoli, il denaro è stato rapidamente congelato.
La Procura di Ragusa ha disposto il sequestro delle somme e, dopo pochi giorni, la quasi totalità del denaro è stata restituita alla vittima. Solo una piccola parte, prelevata in contanti da un comune del casertano, è andata persa.
Indagini in corso sulla truffa a Ragusa
Le indagini ora proseguono per accertare chi si nasconda dietro l’intestatario del conto corrente postale utilizzato per la frode. I Carabinieri sono al lavoro per smantellare una rete criminale sempre più abile nell’uso di tecniche di “smishing” e “vishing”, capaci di colpire anche le persone più prudenti.
Un caso che conferma quanto sia fondamentale non fidarsi di SMS o telefonate sospette e rivolgersi subito alle forze dell’ordine o alla propria banca in caso di dubbi.
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