TRE GOMMONI SALPANO DALLA LIBIA NELLO STESSO MOMENTO, TRASPORTANDO 329 MIGRANTI DI DIVERSE NAZIONALITÀ DEL CENTRO AFRICA

Tre i gommoni partiti dalla Libia la notte tra venerdì e sabato con a bordo complessivamente 329 migranti del centro Africa.

Partiti insieme e soccorsi a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro da una nave irlandese sono stati accompagnati a Pozzallo ieri. Le indagini hanno permesso di individuare tre scafisti: GEY Abdouallah, nato il 01.01.1976 in Mauritania, DIONE Abdou Laye nato il 01.01.1985 in Senegal e S.F. gambiano classe 1987 (in compagnia del figlio di 10 anni).

I responsabili del delitto previsto dagli artt. 416 C.P. e art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, si associavano con altri soggetti presenti in Libia al fine di trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver  procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.  

I migranti provenienti tutti dal centro Africa, in parte sono stati ospitati presso il C.P.S.A. di Pozzallo ed altri subito trasferiti in centri presenti in Lombardia.

 

MODALITA’ DI SOCCORSO IN MARE

 

Alle ore 12,07 del 05/09/2015 su disposizione dell’MRCC di Roma l’unità navale irlandese “L.E. NIAMH facente parte di FRONTEX, che aveva già proceduto nella mattinata al soccorso di due gommoni, procedeva al soccorso di un ulteriore gommone carico di migranti. Il predetto natante veniva raggiunto alle successive ore 15,17 ed iniziavano le operazioni di trasbordo. Alle ore 16,24 venivano completate le operazioni di soccorso con il recupero di 108 migranti prevalentemente provenienti dal Centro Africa di cui 99 uomini e 10 donne. L’unità navale si dirigeva verso il porto di Pozzallo dove giungeva alle ore 09,00 circa di ieri. Si procedeva quindi allo sbarco di tutti i migranti che venivano ospitati presso questo C.P.S.A.

 

 

ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA

 

Le operazioni di Ordine e Sicurezza Pubblica nei casi di sbarchi così numerosi sono sempre complesse ma non hanno avuto alcun intoppo.

Alcuni dei migranti dovevano essere inviati subito in altri centri ed altri permanere al C.P.S.A. dove sono stati subito accolti e immessi al centro.

La Polizia di Stato ha coordinato le diverse entità che compongono la macchina organizzativa, al fine di prevedere per tempo l’impiego di risorse specializzate atte a sostenere le esigenze per lo sbarco.

Il Funzionario della Questura di Ragusa, dirigente del servizio di Ordine e Sicurezza Pubblica della Polizia di Stato, con a disposizione decine di uomini, ha dovuto coordinare, le immediate partenze, i trasferimenti dal CPSA ad altre regioni e l’accoglienza di centinaia di migranti, complessivamente ieri sono state movimentate quasi 500 persone, tra chi è stato ospitato al C.P.S.A., chi è subito partito e chi è stato traferito.

Le operazioni di sbarco non hanno fatto registrare criticità ed è stata prestata la massima attenzione verso i soggetti che avevano bisogno di cure mediche, in particolar modo alcune donne incinte ed i pochissimi minori.

Alle procedure hanno partecipato tra altri 40 Agenti della Polizia di Stato, nonché appartenenti alle altre Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’A.S.P. per le visite mediche.

Al riguardo, le attività dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato risultavano complesse, dovendo essere espletate in tempi ristretti, così da permettere anche un immediato invio degli ospiti in altre strutture d’accoglienza più ospitali.

La Polizia Scientifica ha lavorato consequenzialmente senza sosta per le operazioni di preidentificazione e fotosegnalamento, in considerazione dei nuovi arrivi. In tempi record sono stati identificati centinaia di migranti approdati e oggi continueranno fino al termine delle procedure previste.

LE INDAGINI

 

Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota di Carabinieri ed una della Guardia di Finanza hanno concluso le indagini in 12 ore individuando gli scafisti.

Quando si deve investigare su multi soccorsi è sempre complessa l’attività della Polizia ma anche in questo caso si è riusciti a raccogliere gravi indizi di colpevolezza.

Tre gommoni soccorsi, quindi tre team di investigatori pronti a raccogliere ogni elemento utile per identificare gli autori del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Se per due dei gommoni l’attività è stata molto routinaria in quanto grazie ai testimoni è stato possibile raccogliere gravi indizi a loro carico, per il terzo gommone gli investigatori sono rimasti inizialmente spiazzati e stentavano a credere alla versione dei passeggeri.

Durante la verbalizzazione delle dichiarazioni si apprendeva che a condurre il gommone fosse stato un uomo in compagnia del figlio (successivamente è stato accertato che il piccolo avesse appena 10 anni).

I poliziotti credevano fosse un errore ma, come di consueto, venivano ascoltati diversi migranti e tutti rispondevano allo stesso modo confermando proprio di quell’uomo con il bambino.

A quel punto era necessario ascoltare proprio colui che veniva indicato come l’autore del reato e quindi grazie agli interpreti veniva convocato presso gli uffici distaccati della Squadra Mobile a Pozzallo e su delega della Procura della Repubblica di Ragusa, lui stesso ammetteva di aver condotto il gommone.

L’uomo riferiva di averlo fatto perché non aveva la possibilità di pagare il prezzo del viaggio per entrambi ed essendo un pescatore era esperto nel condurre i natanti e si offriva ai libici per poter viaggiare gratis e giungere fino in Italia per dare un futuro a suo figlio che non si sentiva di lasciare solo per la traversata in mare.

L’uomo ha riferito di aver pure pagato una piccola somma ma questa parte della sua versione non appare verosimile rispetto alle centinaia di indagini condotte dagli investigatori della Polizia a Pozzallo.

Al termine della redazione del verbale di interrogatorio, stante il fatto che il soggetto si trova in Italia in compagnia del minore di 10 anni che non può essere affidato a nessun familiare ed avendo reso confessione, non ricorrendo un pericolo di fuga (così come esiste per tutti gli altri scafisti), veniva allocato insieme al figlio in una struttura che ospita migranti in quanto denunciato in stato di libertà.

L’uomo sarà processato così come gli altri responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ma non è andato in carcere in considerazione proprio della sua dichiarazione autoaccusante e per la valutata assenza del mancato pericolo di fuga proprio perché in compagnia del figlio.

I migranti hanno inoltre dichiarato di aver pagato 700 dollari cadauno facendo incassare agli organizzatori libici oltre 230.000 dollari.

 

LA CATTURA

 

Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto i responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanna inflitte dell’Autorità Giudiziaria e già passate in giudicato.

BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA

 

Nel 2015 sono 110 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 199 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.

 

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