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Vescovo Gisana indagato per falsa testimonianza: avrebbe “coperto” un prete accusato di pedofilia
13 Dic 2024 15:09
Il Vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana, di origine modicana, è stato iscritto nel registro degli indagati insieme al vicario giudiziale Vincenzo Murgano per falsa testimonianza. Sono gli sviluppi della vicenda legata agli abusi sessuali su minori attribuiti a don Giuseppe Rugolo. Rugolo, già condannato a 4 anni e 6 mesi per questi crimini, era stato segnalato per le sue condotte, ma le accuse rivolte alla Curia e ai suoi vertici sostengono che non sarebbero state prese misure adeguate per prevenirne i comportamenti.
Gli sviluppi dell’inchiesta
La Procura di Enna ha notificato la chiusura delle indagini a Gisana e Murgano, aprendo la possibilità per gli indagati di chiedere un interrogatorio entro 30 giorni. L’accusa di falsa testimonianza è correlata alle dichiarazioni fornite durante il processo a Rugolo e al presunto comportamento omissivo dei vertici della diocesi, che avrebbero mancato di agire a tutela dei minori, nonostante segnalazioni ricevute e i loro doveri istituzionali.
La reazione della vittima
Antonio Messina, che aveva denunciato gli abusi subiti prima alla diocesi e poi alle autorità, ha accolto l’indagine come una conseguenza naturale delle informazioni emerse durante il processo e nelle motivazioni della condanna di Rugolo. Secondo i giudici, la Curia e il vescovo avrebbero facilitato indirettamente le condotte abusive, permettendo a Rugolo di operare in contesti che favorivano il contatto con i minori.
Le accuse di comportamento omissivo
Le motivazioni della sentenza di condanna hanno evidenziato che Gisana, nella sua funzione di vescovo, avrebbe omesso di esercitare i poteri e doveri necessari per prevenire gli abusi. Inoltre, Rugolo sarebbe stato autorizzato a operare come figura di riferimento di un’associazione con sede nella chiesa Madre, creando ulteriori opportunità di contatto con adolescenti.
Implicazioni future
Questo caso, che ha già portato alla condanna di Rugolo e al riconoscimento della responsabilità civile della Curia, apre ora una nuova fase di accertamenti sul ruolo dei vertici ecclesiastici. Se confermate, le accuse potrebbero portare a conseguenze significative sia per i singoli coinvolti che per l’istituzione stessa, con ripercussioni sulla percezione pubblica della gestione dei casi di abuso all’interno della Chiesa.
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