TRATTA DI ESSERI UMANI: ARRESTATO UN TUNISINO A S. CROCE CAMERINA

Potrebbe esserci una vera e propria organizzazione criminale dedita alla tratta di immigrati che abbia una sua base in provincia di Ragusa, dietro l’arresto a S. Croce Camerina di un tunisino di 21 anni, Ben Meftah Zied, operaio incensurato, residente a Palma di Montechiaro. L’accusa è di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina. I particolari sono stati resi noti in una conferenza stampa interforze, presso il comando provinciale dei carabinieri di Ragusa, a testimonianza del grande lavoro di sinergia svolto in questi giorni da polizia d Stato, guardia di finanza e carabinieri.

Un’indagine avviata dal momento in cui è avvenuto lo sbarco degli egiziani nelle coste ragusane, che ha comportato anche un vero e proprio conflitto a fuoco in mare tra le motovedette della guardia di finanza e l’imbarcazione con a bordo i migranti. Uno sbarco che ha fatto presupporre agli inquirenti che ci fosse un’organizzazione a terra che si occupasse di smistare gli arrivi, come sostenuto dal comandante provinciale Nicodemo Macrì.

I carabinieri della Stazione di S. Croce, il 15 febbraio scorso, hanno fermato quattro egiziani, che passeggiavano tranquillamente in paese-  ha affermato il capitano Alessio Artioli- gli stessi ci hanno condotto presso un’abitazione dove ne abbiamo trovati altri. Si tratta di 30 egiziani circa che sono stati trasferiti nella tensostruttura del paese. Una volta interrogati, hanno fatto il nome di una persona, appunto il tunisino arrestato, che li avrebbe aspettati a terra e che si era successivamente occupato del loro trasporto. Quest’ultimo si era poi allontanato a bordo di uno scooter-.

L’extracomunitario è stato poi condotto presso la Casa circondariale di Ragusa in regime di custodia cautelare. Secondo il capo della squadra mobile, Francesco Marino, è probabile che l’arrestato faccia parte di una vera e propria organizzazione radicata nel territorio ibleo. Al momento, solo ipotesi che verranno suffragate da ulteriori indagini. I migranti maggiorenni sono stati  poi rimpatriati nel loro paese, mentre i minori, più di una decina, saranno ospitati nelle diverse case alloggio della provincia.

– C’è un grande lavoro di squadra- ha detto il questore Filippo Barboso- forse eseguito per la prima volta nel panorama degli sbarchi. Abbiamo lavorato e stiamo tuttora continuando a lavorare insieme con l’assistenza della procura della Repubblica-.

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