Teorema della sinistra o dei deboli

Assiomi 

 A1 Forti e deboli. Le società umane sono state, sono e, molto probabilmente, saranno sempre composte da forti e da deboli.

A2 Il legno storto. C’è come un’ineluttabilità per cui qualsiasi progetto razionale e finalizzato a buoni fini ammette sempre, nel suo svolgimento effettivo, la presenza di deviazioni, di imprevisti, di storture. C’è, ineluttabilmente, uno scarto tra ciò che si intende fare e ciò che effettivamente si fa.

Quanti, in buona fede, perseguono utopie e propongono alla società un disegno razionale finalizzato all’eliminazione o quantomeno alla riduzione delle sofferenze, delle ingiustizie, della miseria o, in altre parole, finalizzato al miglioramento delle condizioni complessive del vivere civile devono accogliere l’idea che quanto vi è di obliquo inatteso laterale dissonante deviato, tutto quanto, insomma, rappresenta uno scarto tra il disegno e i suoi esiti effettivi, nel corso e al termine della realizzazione, ha a che fare con qualcosa di specificamente umano, che deve essere rispettato, capito, interpretato e, infine, anche utilizzato nell’azione politica, nella sua accezione più ricca e democratica.

Immanuel Kant: “Da un legno storto, come è quello di cui l’uomo è fatto, non può uscire fuori nulla di interamente diritto. Solo l’approssimazione a questa idea ci è imposta dalla natura.”

Santu Ghiustu, era santu e ghiustu e c’ammancava un ghitu! [Santo Giusto, era santo e giusto e gli mancava un dito!]. Recita la saggezza popolare.

Quella che appare preziosa in Kant e nella saggezza popolare, è la presa d’atto di un problema ineliminabile, che potremmo considerare l’abbozzo di una teoria della “irraddrizzabilità del legno storto” o, fuori di metafora, della complessità e imprevedibilità della umana avventura, nel senso che alla sua governabilità sono posti, purtroppo o per fortuna, dei limiti invalicabili.

 

Teorema della sinistra o dei deboli

 

Data la situazione attuale con tutta l’energia e la tecnologia a disposizione, dati i limiti invalicabili alla capacità del pensiero umano di conoscere e comprendere e dato il permanere, in dimensione locale e globale, delle due distinte categorie dei forti e dei deboli è possibile fare in modo che i deboli diventino soggetto politico cioè dotati di: a) consapevolezza e identità attorno a interessi e valori comuni; b) una organizzazione capace di trasformare valori e interessi in azioni politiche; c) forza e potere contrattuale, non al fine di abbattere i forti ma di avere voce in capitolo sull’utilizzo delle risorse disponibili e sulla distribuzione qualitativa e quantitativa dei beni di consumo prodotti di modo che i deboli, seppur singolarmente deboli, siano protagonisti, a pari titolo, delle vicende della storia?

Ragusa, 3 marzo 2010

Estratto dell’articolo: “L’assenza della sinistra”

Articolo pubblicato sul n. 56/2010 “L’assenza” della rivista online www.operaincerta.it

 

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