SI INSEDIA L’ESECUTIVO DEL DISTRETTO LATTIERO-CASEARIO REGIONALE

Il comitato esecutivo del Distretto lattiero-caseario regionale, riconosciuto giuridicamente con decreto della Regione n. 787 dell’aprile 2012, si è riunito oggi a Enna, a margine dei lavori del Workshop regionale sul formaggio Pecorino siciliano D.O.P. I suoi componenti sono: Enzo Cavallo (presidente), Totò Tuzzolino (vicepresidente), Sebastiano Tosto (area palermitana), Vincenzo Covato (area iblea), Liborio Mangiapane (area agrigentina e nissena).

I punti che il Distretto si è dato da svolgere hanno inizio dalla valorizzazione del ruolo dell’Organismo stesso che lo porteranno a fungere da “cabina di regia” volta ad aggregare tutti gli attori della filiera siciliana del latte e del formaggio e favorire l’accesso delle imprese isolane al FESR (Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale). Il compito impel,lente che il Distretto lattierocaseario si è proposto è la promozione della produzione e del consumo del latte fresco e dei formaggi tipici siciliani.

Secondo il presidente Enzo Cavallo “le attuali modalità di investimento non agevolano e non incoraggiano l’imprenditoria lattiero-casearia, già in ginocchio per la crisi economica e le difficoltà di partecipazione ai bandi, difficoltà che sono comuni anche alle altre filiere agroalimentari con i cui esponenti sono in corso interlocuzioni per un percorso condiviso. In considerazione di ciò –annuncia Cavallo – intendiamo incontrare l’assessore regionale alle Attività Produttive e quello alle Risorse agricole e alimentari, ma anche le organizzazioni agricole e della cooperazione per chiedere la loro condivisione di intenti. In tal senso reciproca intesa, già in atto, abbiamo instaurato conl’Associazione Regionale Allevatori e il Corfilac”.

Le sue preoccupazioni sono state espresse in un intervento al Workshop: “Il Comitato ha raccolto le giuste preoccupazioni degli allevatori per il mancato rinnovo del prezzo del latte e il loro allarme per la posizione di alcuni industriali che hanno già preannunciato l’ulteriore riduzione del prezzo attuale, già abbondantemente inadeguato in relazione all’inarrestabile aumento dei costi di produzione”.

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