SFIGMO E FONENDO

Periodicamente il Ministero della Salute elabora un rapporto sul consumo di alcool in Italia e sui pericoli per la salute che possono derivare da abitudini e stili di vita sbagliati, essendo il “binge drinking” un comportamento oramai consolidato anche nel nostro paese.

I dati più recenti indicano che nel nostro paese è ormai avvenuto il passaggio dal tradizionale modello mediterraneo caratterizzato da consumi quotidiani e moderati, centrati prevalentemente sul vino, a un modello più articolato, che risente sempre dell’influsso culturale dei Paesi del Nord; infatti è cresciuta l’abitudine,in specie fra i giovani e i giovani adulti, a consumare oltre che vino e birra anche superalcolici, aperitivi ed amari, spesso lontano dai pasti e con frequenza occasionale.

In specie tra le ragazze, ma anche tra giovanissimi e giovani è aumentata la consumazione fuori pasto e spicca l’abitudine al “binge drinking” cioè il bere numerose unità alcooliche in un breve arco di tempo che ha interessato il 13,4% degli uomini e il 3,5% delle donne; circa 8 milioni e 600.000 persone in età superiore a 11 anni consumo alcool in maniera scorretta.

Per valutare correttamente il rischio connesso al consumo di bevande alcoliche è necessario tener conto di alcuni parametri quali le quantità assunte, la frequenza del consumo, la concomitanza con i pasti, la capacità di smaltire l’alcool e la sua tollerabilità in relazione allo stato di salute e alla assunzione contemporanea di farmaci e/o altre sostanze illecite.

I danni possono essere sia acuti per lo stato di intossicazione etilica e ubriachezza occasionale, sia cronici per un uso più persistente e frequente di quantità non moderate di alcool con notevole impatto sanitario e sociale.

I consumatori fuori pasto sono stati il 25% nella popolazione oltre gli 11 anni con una prevalenza che aumenta dalla fascia di età 11/15 anni fino alle due fasce 18/24 e 25/44 con un consumo più elevato tra gli uomini mentre le donne esagerano più tra i 18/24 anni; nella classe 11/15 anni  e 16/17 anni le ragazzine esagerano come i ragazzini.

Quando si parla di “binge drinking” per convenzione si fa riferimento a 6 o più bicchieri di bevande alcoliche o comunque in quantità  superiore alla propria tolleranza, consumate in una sola occasione o in un tempo ristretto; questa abitudine ha spesso una genesi collettiva e implica la volontà di bere fino ad ubriacarsi con sempre più frequenti episodi di coma etilico. Mette a serio rischio la salute sia del singolo che della collettività con impatto sulla vita relazionale, lavorativa, familiare e con rischi gravissimi per gli incidenti stradali e lavorativi. Anche tra i binge drinkers prevalgono statisticamente i maschi tranne nelle età più giovanili ed è da notare che dopo una diminuzione tra il 2005 e il 2008, c’è stato un nuovo incremento.

Il consumo maggiore tra i ragazzi è per la birra, seguita da aperitivi alcoolici e da vino, mentre tra le ragazze prevale il consumo di birra ed aperitivi alcolici, seguiti da vino,superalcoolici ed amari; si intende a rischio per i maschi superare i 40 gr di alcool (2 o 3 unità alcoliche) e per le donne i 20 gr (1 o 2 unità).

E’ ovvio il consiglio finale di bere con moderazione, senza esagerare.

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