SFIGMO E FONENDO

La nota di aggiornamento del Def 2013 ovvero del Documento economico finanziario, approvata dal Consiglio dei Ministri, dedica, si fa per dire, alla Sanità poco più di 2 pagine su 103. Forse è sbagliato pensare che questo sia un ulteriore segnale della distanza tra il Palazzo della Politica e il Popolo amministrato, ma è evidente che la vulgata popolare (“basta che c’è la salute”, “a saluti è a cosa ciù importante dutturi”, “per la salute si fanno tutti i sacrifici” etc etc etc) non è molto considerata dai nostri governanti.

In 10 punti il governo (senza aggettivi), dichiara l’obiettivo di “proseguire il percorso di razionalizzazione della spesa…..al fine di garantire un uso più efficiente delle risorse….un adeguato livello di qualità dei servizi … consolidare i risultati riconosciuti al SSN in ambito internazionale”.

1) Rivedere i LEA al fine di garantire solo prestazioni indispensabili a chi ne ha effettivamente bisogno cioè via il dettato Costituzionale del Diritto alla Salute per tutti ma garantire le prestazioni indispensabili solo ai più bisognosi; il tutto condito da una spesa sanitaria destinata a scendere dal 7,1 % del PIL del 2012 al 6,8% nel 2017.

2) Prevedere una regia nazionale per la governance (con buona pace della riforma del titolo V della Costituzione).

3) Predisporre un nuovo piano Nazionale di Prevenzione in specie puntando su vaccini,prevenzione degli infortuni nonchè sugli stili di vita (fumo, alcool, tossicodipendenze, ludopatie, obesità, sedentarietà).

4) Avviare in tutto il territorio nazionale la “health in all policies” cioè la salute in tutte le politiche per un approccio multisettoriale (vivibilità nelle città, verde pubblico, piste ciclabili etc etc) per evitare le malattie e ridurre la necessità del ricorso ai servizi sanitari.

5) Avviare la riforma dell’assistenza ospedaliera,spostando risorse dall’ospedale al territorio e costruendo le reti integrate ospedale-territorio.

6) Finire la stesura del nuovo patto per la salute.

7) Potenziare la farmacia dei servizi.

8) Eliminare gli sprechi.

9) Avviare la reale diffusione della sanità elettronica.

10) Responsabilità professionale,precariato e ricerca.

Insomma c’è molto di già detto e mai attuato in tutto o in parte (tipo gli sprechi e lo spostamento delle risorse dall’Ospedale al Territorio) quindi c’è tanto di vecchio legato ad una presenza politica pervicace, ridondante e che ancora decide ed opera secondo priorità che non sono quelle della salute della gente e neanche quelle dei lavoratori del settore (fatti salvo i soliti fortunati).

Ma c’è quella novità che è giusto ripetere “il sistema sanitario dovrà cioè essere sempre più selettivo, deve essere ridisegnato il perimetro dei LEA (livelli essenziali di assistenza) e occorre una regia nazionale per garantire equità di accesso indipendentemente dalla Regione e dalle condizioni socio-economiche individuali”.

Il timore è che il termine selettivo non riguardi le prestazioni ma le persone.

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