SFIGMO E FONENDO

Qualche anno fa la Regione Sicilia decise che il primo ciclo di cure, cioè i farmaci prescritti alla dimissione Ospedaliera, venissero consegnati al paziente direttamente dalla farmacia del Presidio Ospedaliero; questa modalità, dopo un primo periodo di rodaggio, è entrata a regime con una buona accettazione da parte dei Cittadini, i quali non si devono recare dal proprio medico di famiglia per la prescrizione, oltre a non dovere corrispondere il ticket, se dovuto.

Tra l’altro la consegna del primo ciclo di cure e più in generale la distribuzione diretta dei farmaci ha avuto un buon ritorno in termine di risparmio, in quanto riducendo i passaggi ed acquistando direttamente i farmaci, parecchie ASP, Trapani per prima, hanno sistemato i loro traballanti bilanci.

Sembrò una buona idea perchè spesso le dimissioni avvengono di Sabato e ciò ha consentito ai pazienti di cominciare subito la terapia domiciliare e anche dai pazienti questa modalità è stata apprezzata e gradita.

E’ di qualche giorno fa l’accordo tra la Regione e Federfarma Sicilia che affida alle oltre 1400 farmacie territoriali il servizio di consegna dei farmaci del primo ciclo di cura; le ASP continueranno ad acquistare presso le centrali d’acquisto i farmaci che i Cittadini potranno ritirare presso tutte le farmacie del territorio.

Secondo Federfarma “questo tipo di distribuzione risponde all’esigenza di garantire capillarmente il servizio a tutti i malati….evita ai cittadini costi aggiuntivi per gli spostamenti e perdite di tempo, oltre ad abbattere gli elevati costi finora sostenuti per la distribuzione diretta”.

Ho letto la notizia e l’ho accantonata in attesa di vedere gli esiti di tale scelta ma dopo un paio di giorni ho letto l’intervento del Comitato che rappresenta i farmacisti ospedalieri precari che hanno dichiarato: “Al di là della propaganda politica che pubblicizza questo accordo come del tutto a favore dei pazienti, evidenziamo l’aggravio di spesa per le casse del SSR che deriva dal compenso spettante a farmacisti e depositari  che ammonta a 4,50 Euro per confezione a fronte di 1 solo euro previsto per la distribuzione diretta, costo che comprende anche il compenso degli oltre 110 farmacisti precari assunti per questo servizio…. inoltre sui pazienti graverà il costo del ticket pari a 3,50 euro a pezzo in media oltre alle spese di acquisto dei farmaci e a quelle di gestione che graveranno sulla Regione”.

Continua il Comitato che non appare chiaro come la Regione intenderà “assolvere al controllo sull’appropriatezza prescrittiva….. sul corretto uso dei farmaci…. sulla gestione dei piani terapeutici” e termina dicendo “che l’accordo si sarebbe potuto evitare se si fosse investito maggiormente sulla distribuzione diretta,migliorandone la capillarità…riteniamo sia inverosimile che un governo possa licenziare oltre 110 farmacisti ignorando i risparmi ottenuti con la distribuzione diretta…”.

Non ho al momento riscontri e non ho commenti sulla notizia e le dichiarazioni che ho riportato fedelmente, ma da operatore della Sanità che vive giornalmente i disagi di scelte spesso contraddittorie ho l’impressione che la nostra Sanità Regionale sia come un “otto” di canottaggio dove ognuno rema nella direzione che gli pare e con il ritmo che gli va, allontanandosi sempre più dalla linea del traguardo, che è la corretta gestione della tutela della salute dei Cittadini Siciliani.

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