SFIGMO E FONENDO

La sostenibilità economica del nostro SSN è un tema che ciclicamente ritorna nel dibattito tra gli addetti ai lavori ed invero altrettanto spesso sfugge dalle decisioni della Politica. Questa parola non è un termine astruso,al di fuori della vita di tutti Noi, siamo noi Utenti o operatori della Sanità ma è fondamentale se si vuole ancora mantenere valido il dettame costituzionale dell’art 32 e se soprattutto non si voglia porre fine all’esperienza della legge istitutiva del SSN,la 833/78 che tutto il Mondo evoluto,USA in primis, cerca di “copiare” almeno per quanto riguarda i suoi principi ispiratori.

La crisi economica del SSN è evidente e l’invecchiamento progressivo della popolazione (nel 2050 oltre il 35% degli Italiani saranno ultra 65enni) potrebbe essere fatale ,così come è importante cominciare a porre rimedio per l’ “epidemia” di sovrappeso ed obesità che ,in specie nelle Regioni del Sud, aumenterà ulteriormente i costi del SSN.

Ovviamente le “ricette” si sprecano e tanti illustri economisti si affannano al capezzale del paziente; c’è chi pensa che non sia possibile fare a meno dei fondi integrativi e chi invece estremizza la possibilità che basta ridurre gli sprechi per ridare fiato alle esauste finanze della nostra Sanità.

Qualcuno prova invece a tirare in ballo la “prevenzione” come medicina e forma di investimento in salute con il maggior beneficio di ritorno per ogni euro speso. Un paziente obeso costa più del doppio di un normopeso ed inoltre oggi circa l’80% degli Italiani ultra65enni ha almeno una malattia cronica ed il 50% ha due o più malattie. Le spese dirette per sovrappeso ed obesità costano circa 3,5 miliardi di Euro ed alcuni studi hanno dimostrato come piccoli cambiamenti nei fattori di rischio metabolici e cardiovascolari oltre che la giusta attenzione per i rischi tumorali, riducendo morbilità,disabilità e mortalità, possono tagliare significativamente la spesa sanitaria.

Tra questi Professori qualcuno ipotizza anche incentivi fiscali per i Cittadini che riducono i fattori di rischio cardiovascolari e tumorali ed inoltre essi stessi ipotizzano eccezionali opportunità di crescita economica nel campo della cosiddetta “Healthy and active aging”.

Andando alle nostre piccole cose l’invito quindi è quello di sfruttare al massimo tutte le opportunità di “prevenzione” che ci offre la nostra ASP e quindi partecipate alle campagne per il “pap test” (donne oltre 29 anni),per la “mammografia” (donne oltre 45 anni),per la prevenzione del tumore del colon retto (donne ed uomini oltre i 50 anni) ed anche quella per l’attività fisica come strumento di prevenzione per le malattie croniche,che viene fatta dalla Medicina dello sport.

E’ chiara l’importanza della prevenzione,ma è altrettanto chiaro che quest’opera di educazione e di prevenzione deve essere supportata da scelte organizzative e gestionali che non possono perpetrare gli errori che hanno determinato la crisi; sarebbe troppo chiedere più lungimiranza e meno “egoismo” di rappresentanza territoriale dai nostri Politici?

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