SBARCANO A POZZALLO IN OLTRE 700, TUTTI SOCCORSI A LARGO DELLE COSTE LIBICHE

Venerdì sera a Pozzallo è giunta la nave della Capitaneria di Porto con a bordo oltre 700 migranti tutti provenienti dal centro africa.

Sin da subito sono state avviate le indagini e gli operatori di Polizia si sono dovuti divedere in più team d’investigatori in quanto i soccorsi effettuati dalla nave erano ben 8, quindi si cercavano almeno 8 scafisti.

Al termine delle prime indagini sono stati fermati 4 scafisti ma sono in corso altre attività per individuare tutti i responsabili.

Ad oggi sono stati fermati: JALLOW Abdoullahi nato in Senegal l’11/02/1997, GARBA Abas, nato in Ghana il 01.01.1991, NJIE Yaya, nato in Gambia il 17.12.1976 e KAMBI Faburama, nato in Gambia il 19.12.1981.

I responsabili del delitto previsto dagli artt. 416 C.P. e art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, si associavano con altri soggetti presenti in Libia al fine trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver  procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.  

I migranti provenienti da diversi paesi, in parte sono stati ospitati presso il C.P.S.A. di Pozzallo ed altri subito trasferiti in centri presenti sulla penisola italiana dopo essere stati fotosegnalati.

 

I FATTI

 

Alle ore 14.30 del decorso giorno 06 giungeva nel Porto di Pozzallo la nave della Guardia Costiera “U. Diciotti C.P. 941” con a bordo 713 cittadini extracomunitari clandestini di varie nazionalità, tutti recuperati il giorno prima in acque internazionali da più unità navali allertate dal Comando Generale Delle Capitanerie Di Porto a seguito di specifiche segnalazioni. L’unità navale Diciotti riusciva a rintracciare 2 imbarcazioni e a recuperare i relativi occupanti, mentre per il recupero dei restanti 6 natanti sui quali viaggiavano gli altri clandestini vi ottemperavano le altre imbarcazioni intervenute in loco. A seguito di specifiche istruzioni tutti i clandestini tratti in salvo venivano trasbordati sulla nave Diciotti e a completamento di tutte le operazioni quest’ultima ottemperava alle disposizioni del citato Comando Generale drigeva verso il porto di Pozzallo, ove provvedva allo sbarco di tutti i migranti.

 

LE INDAGINI

 

Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione della Guardia Costiera, di un’aliquota di Carabinieri ed una della Guardia di Finanza hanno concluso una prima parte delle indagini individuando 4 scafisti.

Sono tuttora in corso le indagini per risalire all’identità di tutti coloro che hanno favorito l’immigrazione clandestina.

Gli operatori di Polizia sin da subito si sono divisi in più team di investigatori con l’ausilio di numerosi interpreti provenienti da diversi paesi africani, uomini e donne indispensabili per le indagini.

Al termine del complesso lavoro, i migranti hanno individuato 4 degli almeno 8 scafisti.

Le loro testimonianze non finiscono mai di sorprendere i poliziotti per la drammaticità di quanto vissuto ma, nonostante tutto sono pronti a collaborare per aiutare gli investigatori a trovare i colpevoli, coloro che hanno lucrato sulle loro vite.

Pericolosissimi i viaggi affrontati in quanto il mare era molto mosso e difatti tutti i migranti hanno manifestato di aver temuto per la loro vita.

Dopo aver raccolto le testimonianze e quindi dopo aver raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico degli scafisti, la Polizia sottoponeva a fermo i giovani centro africani.

Le testimonianze hanno permesso di descrivere benissimo il ruolo di ognuno di loro, vi era chi stava al timone e chi alla bussola, con brevi periodi di alternanza.

Appena in acque internazionali, il timoniere ha effettuato la chiamata di soccorso comunicando le coordinate gps e poi ha gettato in mare il telefono satellitare, questo elemento ormai ricorre per tutti gli sbarchi.

Dopo non restava che aspettare i soccorsi per giungere in Italia e così dopo 8 ore sono arrivati a salvarli.

Adesso dovranno rispondere del grave reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e si trovano in carcere a Ragusa.

 

LA CATTURA

 

Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto i responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanna inflitte dell’Autorità Giudiziaria e già passate in giudicato.

BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA

 

Nel 2015 sono 140 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 199 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.

 

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