Continua a crescere la curva dell’influenza in Italia. Nell’ultima settimana monitorata dal sistema di sorveglianza RespiVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità, sono stati registrati oltre 816 mila casi di sindromi respiratorie acute, quasi 100 mila in più rispetto alla settimana precedente. Un dato che conferma l’accelerazione della stagione influenzale e l’aumento della pressione sui servizi sanitari. […]
Sanremo e l’importanza della parola tra rap e linguaggio violento
12 Feb 2025 12:07
«Sei proprio una femminuccia. Se esci con le tue amiche ti mollo. Sembri una tr**a. Ma sei gay?» sono frasi che risuonano, ancora oggi, nelle parole quotidiane di ragazze e i ragazzi. Giovani che, da una parte, conoscono la parità di genere, sanno distinguere il linguaggio inclusivo da quello violento, ma dall’altra spesso parlano e agiscono nella peggiore tradizione maschilista. Per discutere sull’importanza delle parole è stato scelto il tempio della musica italiana, Casa Sanremo.
Un dialogo attivo sul linguaggio e sull’inclusività, quello in programma per il 13 febbraio a Casa Sanremo, tra Livia Zancaner – giornalista di Radio24 e autrice del libro In Trappola – e chi vive ogni giorno a contatto con i giovani in difficoltà, cercando di dar loro una seconda possibilità. Luca Caiazzo, in arte Lucariello, è l’ideatore – insieme all’associazione CCO – Crisi Come Opportunità – dei laboratori di musica rap negli Istituti Penali per Minorenni del Presidio Culturale Permanente, ne ha fatto la sua vita.
«Sono stato tra i primi a usare un linguaggio violento nella musica perché, all’epoca, lo consideravo dirompente. Oggi, guardando il mondo intorno a noi e pensando soprattutto ai giovani, mi rendo conto che non basta più soltanto raccontare la violenza: la sfida non è più quella di rompere, ma di costruire qualcosa di nuovo, che dia speranza e che aiuti a superare gli stereotipi e la violenza. Il rap può essere un’arma positiva, una chiave per liberarsi dalle catene dei pregiudizi: quando le emozioni e le esperienze più forti e negative rimangono inespresse, diventano bombe a orologeria destinate a esplodere», commenta Lucariello, forte delle esperienze negli IPM italiani. «Nel frattempo, dovremmo riflettere sul fatto che se vivi nella violenza, scriverai e canterai di violenza. Viviamo in una società in cui il degrado è pubblico e viene mostrato come se non avesse peso né conseguenze. Chi lo racconta attraverso il rap non è da additare perché, semplicemente, utilizza una forma d’arte che ci mostra le cose per come sono».
In Trappola. Giovani, parole e linguaggio. Come liberarsi da stereotipi e modelli sessisti è un libro edito dal Sole 24 Ore e scritto dalle giornaliste Chiara Di Cristofaro, Simona Rossitto e Livia Zancaner che, partendo da un’inchiesta sul linguaggio, vuole indagare su quanto siano profonde, anche nelle nuove generazioni, le radici della violenza sulle donne. Un’inchiesta che ha coinvolto adolescenti e insegnanti di tutta Italia e che riguarda scuola, famiglia, musica, social, media, lingua e sentenze che restituisce la fotografia di una generazione “in trappola”, divisa tra modelli maschilisti – come mostra anche la musica trap – e il desiderio di vivere in una società in cui le donne siano davvero libere di scegliere. E se è vero che le parole pesano come pietre, allora questo peso può essere la leva del cambiamento.
Saranno presenti anche Don Claudio Burgio e i ragazzi della Comunità Kayros, che offre percorsi di recupero e reintegrazione sociale per ragazzi marginalizzati ed Enzo Mazza – CEO di FIMI. Modera Umberto Labozzetta.
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