SAN GIORGIO

Come è noto il duomo di Ragusa Ibla è dedicato a San Giorgio.

Questo santo è venerato come martire e gode di grande venerazione sia in Italia che all’estero. Addirittura due stati sono intitolati a lui: Georgia USA e Georgia nell’Est europeo. E’ Patrono dell’Inghilterra e di moltissime città. Molte basiliche e cattedrali, gli sono dedicate, e,  per amor di citazione,  c’è l’isola di S. Giorgio a Venezia.

Chi era san Giorgio? Le notizie sono incerte e ammantate di leggenda, di questo va tenuto conto, naturalmente.

Nacque in Cappadocia, (Turchia) nel 280 circa e morì a Nicomendia (attuale Izmit,  sempre in Turchia) il 23       aprile 303. Fu chiamato megalomartire (il grande martire). Come si è detto, le notizie sono molto incerte, ma si dice che fosse figlio di Geronzio, un persiano e Policroma cappàdoce. I genitori lo allevarono nella religione cristiana. Si trasferì poi in Palestina e si arruolò nell’esercito di Diocleziano  e fu un valoroso soldato. Diocleziano fu un grande persecutore di cristiani, ma non è detto che sia stato martirizzato sotto di lui. Secondo alcuni è stato condannato da Daciano imperatore dei Persiani.

Giorgio, dona tutti i suoi averi ai poveri e, davanti alla corte, si professa  cristiano. Invitato ad adorare gli dei si rifiuta e quindi martirizzato.

Secondo la leggenda venne bastonato, gettato in carcere dove ebbe una visione. Dio stesso gli predice sette anni di tormenti, tre volte la morte e tre la resurrezione…

Tagliato in due con una ruota piena di chiodi, Giorgio risuscita e converte il magister militum  (capo dei soldati) Anatolio con tutti i suoi soldati, che  vengono passati a fil di spada, opera altri miracoli e converte  l’imperatrice Alessandra che viene anch’essa martirizzata.

Su richiesta del re Tranquillino, Giorgio risuscita due persone morte da secoli, le battezza e le fa sparire. L’imperatore Diocleziano lo condanna nuovamente alla decapitazione. Prima che venga eseguita la condanna, il santo implora Dio che l’imperatore e i settantadue re che lo hanno condannato, siano inceneriti. La sua preghiera viene esaudita e si lascia decapitare promettendo, a chi onorerà le sue reliquie, la sua protezione. Esse sono conservate in una cripta sotto una chiesa cristiano-ortodossa a Lod in Israele.

Un’altra leggenda che racconta che a Selem (Libia) vi fosse una palude dove si nascondeva drago e che, quando si avvicinava alla città, uccideva sol suo fiato ardente tutte le persone che incontrava. Gli abitanti per tenerlo buono gli offrivano due pecore al giorno, ma quando gli ovini cominciarono  a scarseggiare finirono per dare al drago una pecora e un giovane estratto a sorte.

Un giorno toccò a Silene la figlia del re, che saputolo, fece di tutto per sottrarla alla triste sorte.

Il popolo però, si ribellò, dato che i loro figli erano stati sacrificati e quindi la fanciulla si avviò  verso il suo terribile destino.

Passò di lì il giovane cavaliere, Giorgio, che venuto a conoscenza del sacrificio,  promise alla principessa che l’avrebbe aiutata e le raccomandò di mettere intorno al collo del drago la sua cintura. Così fece, e questo, la seguì docilmente, mentre tornava verso la città. Tutti  erano spaventati all’avvicinarsi del drago, ma Giorgio li tranquillizzò e disse loro che era stato mandato da Dio per liberarli dalla bestia e che, se si fossero convertiti alla fede cristiana e fatti battezzare, lui avrebbe ucciso il mostro. E così fu. Il re e il popolo si convertirono e Giorgio uccise il drago.

Da allora, nell’iconografia viene rappresentato san Giorgio sopra un cavallo che con la spada uccide il drago. Per molti devoti il drago rappresenta il Male, il demonio.

Dopo il Concilio Vaticano II, dato che questo santo era avvolto da leggende si era pensato di ‘declassarlo’, ma la volontà popolare e la devozione mantenne invece intatta l’importanza di questo martire, anzi megalomartire.

 

 

 

 

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