Riuso del patrimonio esistente. Modica guarda a nuovi modelli di urbanistica

Ridurre il consumo del territorio con nuove pratiche urbanistiche che guardano, con attenzione, al riutilizzo del patrimonio esistente ed all’equilibrio dell’ecosistema nel tentativo di fermare quel trend negativo di 2 metri quadrati di suolo che il Paese Italia perde ogni secondo. Una sorta di strumento a consumo zero per evitare che il territorio ed il centro urbano stesso vengano assediati da una edificazione a tappeto. Per parlare di questo argomento i giovani di “Modicaltra” hanno invitato Ignazio Lutri, architetto e urbanista, membro del direttivo di InARCH Sicilia ed esperto in tutela di beni culturali e risorse naturali, e Domenico Finiguerra, sindaco di Cassinetta di Lugagnano, primo in Italia ad aver approvato un piano urbanistico a consumo zero e promotore del forum nazionale “Salviamo il paesaggio”.

Non si ferma il gruppo di Modicaltra dopo un incontro sul funzionamento del Comune e quello tematico sulla mobilità alternativa che si è tenuto nelle settimane scorse.

Consumo di suolo e buone pratiche di rigenerazione urbana, di questo si è parlato nello scorso fine settimana prendendo lo spunto dalla situazione urbanistica di oggi in città quale Modica che vede sempre più consumare territorio senza un piano organico che interessi il centro urbano e le zone rurali. Per affrontare in maniera concreta la problematica è stato redatto un pro-memoria da proporre ai candidati che corrono alla poltrona di sindaco di Modica dopo un anno di commissariamento.

Sei i punti sui quali si chiede il confronto per un nuovo futuro urbanistico della città e del suo territorio

Il censimento di tutti gli immobili vuoti o incompleti ricadenti nel territorio del Comune modicano, la modifica degli strumenti di pianificazione urbanistica che penalizzi le iniziative su terreni liberi, incentivando quelle su aree dismesse ed immobili vuoti, la revisione dei cosiddetti “residui di piano”, cioè le previsioni inattuate degli strumenti urbanistici, quali le aree edificabili e le infrastrutture, l’introduzione di un “bilancio ambientale” da affiancare al classico bilancio finanziario, per valutare l’impatto ambientale ed ecosistemico delle scelte amministrative, l’estensione, entro il primo anno di mandato, del vincolo di tutela nel piano regolatore generale alle ville di pregio nel quartiere Sorda, la realizzazione di almeno 30.000 metri quadrati di parchi pubblici completamente permeabili, di cui una parte alla Sorda.

Quanto discusso è al passo con i tempi.

Il governo, con l’invio del Pnrr alla Commissione europea, si è impegnato ad “approvare una legge nazionale sul consumo di suolo in conformità agli obiettivi europei con cui vengono affermati i principi fondamentali di riuso, rigenerazione urbana e limitazione del consumo del territorio sostenendo con misure positive il futuro dell’edilizia, la tutela e la valorizzazione dell’attività agricola”. Un tale strumento legislativo sarebbe la vera sfida verso i cambiamenti climatici, i dissesti idrogeologici, l’inquinamento, il degrado del territorio, del paesaggio e dell’ecosistema.

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