RITORNA AL SUO ANTICO SPLENDORE DOPO 20 ANNI

Tanta gente è accorsa, giorno 16 dicembre, per assistere alla consegna delle chiavi della chiesa di S. Filippo D’Agira da parte del  Vescovo Mons. Polo D’Urso al parroco padre Giovanni Nobile. Presenti alla cerimonia  il sindaco di Chiaramonte Gulfi, avv. Giuseppe Nicastro, l’arch. Alessandro Ferrara, il soprintendente BB.CC.AA. di Ragusa e l’ing. Pietro Lo Monaco, dirigente generale Dipartimento Regionale Protezione Civile, tutte le persone che hanno lavorato per il restauro della chiesa e le autorità civili ed ecclesiastiche. Il tutto è iniziato con il saluto del Vescovo che ha sottolineato come questo sia un momento di festa e di gioia per la comunità montana, inoltre ha sottolineato come sia importante  riaprire una chiesa al culto perché ciò spinge la gente a contemplare e ad osservare cosa gli uomini sono capaci di realizzare così da impedire il decadimento. Il sindaco ha sottolineato come questo tempio, tanto antico, è un’opera d’arte realizzata interamente da artisti chiaramontani in quel lontano XVII secolo. Anche il comune ha contribuito al restauro donando la somma di 12,000 €. “Questo è un momento significativo per la cittadinanza.- sottolinea l’ing. Pietro Lo Monaco- Bisogna ricordare che la chiesa è l’anima della comunità, il luogo più antico per l’aggregazione ed inoltre caratterizza l’esistenza di quel dato quartiere.- fa notare- All’interno si possono osservare delle vere e proprie opere d’arte come: la statua lignea di S. Filippo D’Agira che risale al 1500, la statua della Madonna del Rosario in alabastro e l’organo ottocentesco della ditta Allieri-Serassi di Bergamo”.

Ricordiamo che la chiesa è stata chiusa al culto nel lontano 1989 perché poco sicura prima del terremoto del 13 dicembre del 1990, che ha interessato l’intera Val di Noto, e provocò la caduta della copertura a volta situata vicino l’ingresso,  come anche il distacco di alcuni stucchi, ecc… L’esterno dell’edificio presentava deterioramento dello stucco e crescita di vegetazione selvatiche, ecc… da qui la decisione di transennare l’intero perimetro esterno. Nonostante la legge n.443 del 1991, che sancisce come operare sulla ricostruzione di questi beni, per ottenere le linee guida per ricostruire l’edificio bisognerà aspettare il 1996 e così da poter avviare il consolidamento con l’intervento del genio civile. Il primo intervento riguardò la ricostruzione  della parte crollata creando una volta sospesa da dei tiranti, ripristinate le capriate in legno e recuperate le tegole e poste al loro posto. L’esterno è stato rintonacato così dopo otto anni sono state tolte le transenne di sicurezza lungo il perimetro esterno. Bisognerà aspettare il 2001 quando vi sarà un rifacimento della legge per ottenere i nuovi finanziamenti ed operare all’interno dell’edificio. Tanti i  progetti fatti per capire come intervenire, ma niente, occorrerà aspettare il 2006 per approvare il progetto azzeccato. Nel 2009, con l’approvazione del progetto verrà dato l’appalto alla ditta S.I.A.R. L’architetto Battaglia ha sottolineato come  la caduta del soffitto nasca innanzitutto dall’incuria dell’uomo e poi il terremoto ha fatto il resto, per questo invita tutti a stare attenti perché conservare la memoria permette di fare un buon restauro. Il restauro dell’organo, che risale al 1883 ed è attribuibile alla ditta Allieri-Serassi di Bergamo con canne in bronzo, è stato eseguito dal restauratore Antonio Bovellacci insieme al figlio. Questo restauro è stato possibile solo nel 2000 quando la dottoressa Basile, notando il pregio dell’organo, riuscì ad ottenere un finanziamento per metterlo in sicurezza e così iniziarono i lavori cercando di riportarlo al suo antico splendore.

Tutti i presenti, durante la serata, hanno potuto ascoltare le note soavi che uscivano dalle canne di questo vecchio organo che è ritornato a vivere grazie all’esibizione del maestro Gaetano Ruggeri. La serata si è conclusa con il ringraziamento del parroco Nobile a tutta la comunità per essere presente e soprattutto per aver contribuito con le proprie offerte all’arredo della chiesa ed anche  un grazie lo rivolge all’On. Sebastiano Gurrieri che all’epoca si interessò e curò gli edifici ecclesiastici di Chiaramonte Gulfi.

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